Per quelli che, in cerca di qualcosa di cui valga la pena discutere, leggessero questo argomento cinque anni dopo...
Doctor-P98 ha scritto:Mikros, grazie mille! Sopratutto per il secondo link, che contiene veramente tutto del film, perfino le note del produttore!!!
Grazie
Tutto meno quello che bisogna dire: e cioè che quando hai i requisiti extra-professionali, puoi anche scrivere la sceneggiatura su un rotolo di carta igienica che, in Italia, il film lo fai lo stesso.
Ho letto solo la seconda versione del trattamento, quella che gli autori hanno scritto dopo aver capito gli errori della prima, e l'ho trovata completamente sbagliata – ci sta anche l'avverbio.
I trattamenti vanno scritti in forma indicativa, tempo presente e terza persona. Non sono sceneggiature ristrette: non ci devono essere né affermazioni virgolettate né ambientazioni introduttive dei dialoghi; e neppure riflessioni mentali che non possono essere visualizzate; queste non possono esserci nemmeno nelle sceneggiature.
Amore, bugie e calcetto.
Il cuore, nelle prime settimane fa 200 battiti al minuto. Un battito fortissimo, accelerato, pieno di forza: il battito di un figlio che vuole nascere.
“Ma perché ci fa sentire queste cose.E’ crudele!”
Il medico è allibito, non capisce “ma crudele de che?”
[...]
8. (trama calcistica) vediamo PPP trasformato sul campo da calcio. La paternità lo ha fatto rifiorire, ora fa dribbling e colpi di tacco, lascia spazio alla fantasia e all’ottimismo. Però lui gioca in difesa, la sua nuova fantasia provoca danni alla squadra (i difensori, nel calcio, non devono essere fantasiosi).
[...]
Tutti la credono una giovane attrice leggera e un po’ farfallona, e invece lei amava profondamente Vittorio. Anche se nessuno lo ha mai capito, anche se nessuno ci crederebbe, nemmeno lui.
[...]
“Maledetti pregiudizi! Perché pensano che se fai l’attrice non hai un cuore?”.
Sono entrambe distrutte e decidono il loro obiettivo per la serata: prendere una sbronza tale da non riconoscersi più neanche fra di loro. Vogliono finire chiedendosi “tu come ti chiami?”
[...]
Durante la prima partita vediamo il calcetto come “metafora della battaglia” mentre a casa di Lele si svolge una battaglia vera. Silvia cucina il polpettone e intanto aiuta Matilde a fare i compiti. Ma si sente uno strillo: Mirco piange perché se l’è fatta addosso. Scatta il bagnetto a Mirco che ora piange perché odia l’acqua. Intanto Matilde, gelosa del fratello, vuole che mamma la aiuti a fare il Sudoku.
Infine, è sbagliato dividere le storie dei personaggi quando il film non sia un Ensamble: se cioè le storie si intrecciano, se i personaggi ricorrono in più di una storia.
Un trattamento scritto così è sbagliato. Speditelo solo agli amici italiani, ma non negli Stati Uniti.
U so anche mi che se catava e caaaaaaaase.