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Sezione in cui parlare di come nasce e si sviluppa una sceneggiatura.

Moderatore: Moderatori

#1276745
:lol:

Scusate se rido, ma è che oggi ho letto un post del buon cannibal del tipo "non sai neanche cos'è l'high concept!"... ed è vero! Pochi giorni fa leggevo in "Anatomia di una storia" di Truby che il film Tootsie parte da una premessa high concept.

Ovverosia??!.....

La definizione che ho trovato su wikipedia non è che mi abbia molto illuminato, ma leggendo questo articolo:

http://acesinmybook.com/della-confusion ... abiofabio/

ho capito che è quello che in italiano chiamiamo un'idea forte, che in Tootsie è il maschilismo, o meglio: un maschilista costretto a vestire i panni di una donna. Comunque vediamo cosa scrive Truby:

«Il grande difetto di una premessa high concept è quello di garantire alla fine non più di due o tre scene. Come accade in tutte le storie high concept, Tootsie presenta due o tre scene divertenti... Ma gli autori hanno dotato il protagonista di un problema morale. Hanno poi creato un certo numero di avversari (rete di personaggi)...»

Quindi sembra che l'high concept sia un'idea geniale, che sta alla base di un film, ma che dev'essere ben sviluppata. Quante volte ho visto film con un'ottima idea di partenza (premessa drammaturgica, la chiama Truby), che poi si rivelano una delusione, per non essere stati sviluppati compiutamente, come se si fosse dato il minimo! Giusto?
Ultima modifica di Antonella Bellecca il ven, 23 giu 2017 - 14:48, modificato 2 volte in totale.
#1276746
Trovato anche su Wikipedia:

«High-concept is a type of artistic work that can be easily pitched with a succinctly stated premise. It can be contrasted with low-concept, which is more concerned with character development and other subtleties that are not as easily summarized.»

«La premessa, detta anche concept, è ciò di cui tratta la sceneggiatura, e si può dividere in high concept o low concept. High concept implica la prevalenza del plot, mentre il low concept si appoggia sui personaggi».
da cannibal
#1276749
La definizione di Wikipedia riporta pari pari una definizione contenuta in un libro che in Italia fu pubblicato col titolo de "Il Cinema Oltre Regole". Testo oramai di difficile reperibilità perché fuori catalogo. E che in effetti come spiegazione non è un granché.

E anche la spiegazione di Truby non è affatto pertinente. Blake Snyder ammette che a Hollywood tutti ne parlano ma quasi nessuno sa darne una definizione esatta.

La definizione di Hight Concept nasce negli anni '60 in ambito televisivo, ma al di là delle definizioni, il senso è molto semplice: nell'Hight Concept ogni sequenza è legata alle altre in un rapporto di causa-effetto. Non puoi modificare un punto senza avere ripercussioni su tutto il resto. E' tutto "legato".

Nel Low (o Soft) Concep, si "drammatizza un'idea". Succedono cose, ma ne potrebbero succedere altre. Si fanno scelte drammatiche (di scene e, conseguentemente, di sequenze) ma se ne potrebbero fare altre ottenendo lo stesso risultato.

Ovviamente si tratta di distinzioni di massima. I confini tra i due mondi (i due mondi della drammaturgia, del raccontare una storia) sono sfumati.

Indiana Jones, Top Gun, Guerre Stellari, Lo Squalo, Alien, Terminator o ET sono Hight Concept.
Nuovo Cinema Paradiso, La Grande Bellezza, A Spasso con Daisy o Full Metal Jacket sono Low Concept.

L'industria del cinema statunitense predilige il primo mondo (Hight Concept), perché si presta a un riassunto efficace della trama. In America vige la regola che una storia Hight Concept può essere efficacemente raccontata in non più di 40 secondi. Esistono pure corsi per imparare a fare un pitch (ovvero una presentazione efficace a un produttore) in 40 secondi. Ma non è solo perché questa gente ha da fare un mucchio di cose e poco tempo da dedicare a un aspirante sceneggiatore. Il "riassunto efficace" è molto utile in fase di promozione del film.

Mentre un film come Full Metal Jacket non lo puoi "pitchare" in quaranta secondi per rendere appieno la sua forza.
#1276817
Ho letto che nei film high concept il punto di forza è la trama, il plot, mentre in quelli low concept il punto di forza sono i personaggi. Mi viene in mente Pirati dei Caraibi: a me sembra low concept. Mentre Harry Potter direi che è high concept.
#1276837
No, la differenza è quella che ho (brevemente) illustrato. I personaggi sono importanti SEMPRE. Pirati dei Caraibi è mainstream allo stato puro, hight concept al cento per cento.

Quoto Cannibal al 100%. In breve l'High Concept si appoggia sulla trama del film, (ecco perchè non si può scomporre senza che questo non causi una reazione) mentre il Low Concept sui personaggi, che si possono estrapolare ed inserire in svariati contesti.
#1276843
Esistono pure corsi per imparare a fare un pitch (ovvero una presentazione efficace a un produttore) in 40 secondi. Ma non è solo perché questa gente ha da fare un mucchio di cose e poco tempo da dedicare a un aspirante sceneggiatore. Il "riassunto efficace" è molto utile in fase di promozione del film.
Sì, lo chiamano elevator pitch, se becchi un produttore in ascensore, tra un piano e l'altro :lol:

Ma forse è opportuno comunque prepararsi una presentazione più ampia, perché non penso che un produttore interessato ad un progetto, si accontenti di un riassunto di 40 secondi.
#1276846
La definizione di Wikipedia riporta pari pari una definizione contenuta in un libro che in Italia fu pubblicato col titolo de "Il Cinema Oltre Regole". Testo oramai di difficile reperibilità perché fuori catalogo.
A proposito dei film fuori catalogo, vorrei di nuovo ricordare che molti libri è possibile reperirli nelle biblioteche, soprattutto a Roma, dove nella Biblioteca Nazionale Centrale è presente una copia di qualsiasi libro edito in Italia. Esiste anche il prestito interbibliotecario, spesso a pagamento. Inoltre non sottovalutate Amazon e Ebay, dove c'è un florido mercato dell'usato.

K. Dancyger, J. Rush, "Il cinema oltre le regole", Milano, BUR, 2000, ISBN 8817864110

E' presente in decine di biblioteche, cercare nel sito http://www.sbn.it (Sistema Bibliotecario Nazionale).

Su ebay si trova usato a 35 euro.
da cannibal
#1276849

Ma forse è opportuno comunque prepararsi una presentazione più ampia, perché non penso che un produttore interessato ad un progetto, si accontenti di un riassunto di 40 secondi.



Il fatto è che se una storia non si può esporre efficacemente in 40 secondi, non vale la pena di essere presa in considerazione. Ovvio che dopo un pitch efficace, il produttore vorrà valutare la sceneggiatura. Questo è, nella stragrande maggior parte dei casi, il modus operanti dell'industria americana.

Da noi queste cose (queste considerazioni e questo modo di fare) non esistono proprio. Per fortuna ;)
#1276855
Il contatto umano è irrinunciabile. Per telefono o per email sono chiacchiere, si dimenticano di te dopo 30 secondi. Devi portarglieli personalmente i lavori, in modo da conoscerli e cominciare a farti il tuo "giro" di contatti e conoscenze. Ma non solo ai produttori, anche ai registi. In Italia hanno molto potere i registi. Rompigli le scatole!

Ovviamente, non devi fare la stalker. Prima, una telefonata è d'obbligo. Oggi c'è pure Facebook... l'avessero inventato prima :cran:

In alcune produzioni non riuscirai ad andare oltre la segretaria ("lasciala pure a me la sceneggiatura"). Fa parte del gioco. Ma in molti altri casi riuscirai a parlare col produttore. E con i registi è molto più facile di quanto tu possa immaginare. In generale ovviamente, alcuni non li avvicinerai mai all'inizio. Un Verdone (tanto per fare un esempio) è irraggiungibile. Non devi provarci nemmeno.

Tutto questo, beninteso, presuppone che tu abbia in mano roba valida. Non dico il nuovo "Il Padrino", ma professionale sì. Da quanto mi pare di capire sei una principiante (nel senso etimologico "agli inizi") quindi, prima di preoccuparti di come proporre i tuoi scritti, preoccupati della formazione. D'imparare e capire il magico e affascinante mondo della narrazione di una storia.

Fidati: i principianti (e i presuntuosi) non vanno da nessuna parte. Li sgamano in 40 secondi :book:
#1276883
Credo che sarò una principiante a vita :lol:

Considerando che, chi scrive la sua prima sceneggiatura, è per definizione un principiante, penso che la differenza la faccia l'aver prodotto già qualcosa nel mondo dell'audiovideo; mi vengono in mente solo cortometraggi. O gente che bazzica i set in qualche modo...

I due cartacei che ho portato, a mano, dopo contatto telefonico, li ho consegnati il primo alla segretaria, il secondo addirittura al portinaio. Penso che entrambi non siano stati letti (o forse hanno dato una scorsa e li hanno cestinati).

L'idea di abitare a Roma e "essere presente" in qualche modo nell'ambiente, riproponila spesso nel forum perché chi è giovane, senza impegni familiari, veramente può dedicare del tempo a cercare di entrare in questo mondo, e il tuo è un suggerimento prezioso.

Ho letto almeno di un paio di attori americani che sono entrati nel giro perché la famiglia, credendo nelle potenzialità del figlio, si è direttamente trasferita a Los Angeles (beh qui da noi non è tanto agevole spostarsi...).
#1276886
In effetti, se non si sta in loco (Roma) è praticamente impossibile fare qualcosa. Almeno all'inizio. E l' "inizio", ovvero quel periodo che passa tra lo status di "aspirante sceneggiatore", a quello di "ho venduto un copione, ed è pure diventato un film" (perché "vendita" non è sinonimo di realizzazione) , può essere un periodo di anni.
#1276924
Credo che sarò una principiante a vita :lol:

Considerando che, chi scrive la sua prima sceneggiatura, è per definizione un principiante, penso che la differenza la faccia l'aver prodotto già qualcosa nel mondo dell'audiovideo; mi vengono in mente solo cortometraggi. O gente che bazzica i set in qualche modo...

I due cartacei che ho portato, a mano, dopo contatto telefonico, li ho consegnati il primo alla segretaria, il secondo addirittura al portinaio. Penso che entrambi non siano stati letti (o forse hanno dato una scorsa e li hanno cestinati).

L'idea di abitare a Roma e "essere presente" in qualche modo nell'ambiente, riproponila spesso nel forum perché chi è giovane, senza impegni familiari, veramente può dedicare del tempo a cercare di entrare in questo mondo, e il tuo è un suggerimento prezioso.

Ho letto almeno di un paio di attori americani che sono entrati nel giro perché la famiglia, credendo nelle potenzialità del figlio, si è direttamente trasferita a Los Angeles (beh qui da noi non è tanto agevole spostarsi...).


il maggicco mondo degli italiani che non credono alle figlie?
fai l impiegato,parla di donne,sparla,chiacchericcio!

antonella,tvb,sei credente come me a quanto ho visto,ma non dire certe cose..
e' un hobby ok,ma bisogna muoversi per risultati.
io sono vecchio,55 anni,ma non ho problemi a muovermi e a lasciare nipoti..
se no meglio non parlare,non c e bisogno di me volpe che parla dell uva.

scusa lo dico col cuore!

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