Benvenuto su VideoMakers.net
Iscriviti per condividere la tua passione sul principale sito web italiano dedicato al VideoMaking!

Gli eventuali inserti pubblicitari all'interno delle discussioni sono visibili solo se non hai eseguito l'accesso al forum; ricordati di eseguire l'accesso o, se non sei ancora registrato, fallo QUI

Clicca qui per leggere le regole del forum
Sezione in cui parlare di come nasce e si sviluppa una sceneggiatura.

Moderatore: Moderatori

#1311616
Ciao a tutti.
Come ho accennato nella presentazione, sono un giovane ragazzo del liceo. Ho provato in questi mesi a mettere su una sceneggiatura per un cortometraggio; dopo varie letture ("Save the cat" di Blake Snyder e "Il viaggio dell'eroe" di Chris Vogler su tutte) e consigli del mio professore che fa teatro sono venuto a una bozza abbastanza definitiva. Si tratta di genere drammatico - educativo, sono una trentina di pagine (contacaratteri mi dice che non ci dovrebbero volere più di 25 minuti a leggerla).

Mi piacerebbe ricevere opinioni, commenti, critiche costruttive, in modo da poter crescere e maturare sul lavoro, nel caso in cui qualcuno di voi fosse così gentile da leggerla e dedicarvi del tempo. Allego la logline. Il corto dovrebbe chiamarsi "Senza avere paura" o in alternativa "Futura" (come la canzone di Lucio Dalla).

Quattro personaggi (un insegnante inusuale e pieno di sensi di colpa, due studenti - uno introverso e nevrotico e una rifugiata sciroccata che ha subito un'aggressione e che ora cerca casa presso un'associazione - e un ladro carismatico), attraverso incontri casuali, nostalgie e orgogli attraversano un percorso di cambiamento che li porta a maturare.

Sono consapevole che non è formattata benissimo, ma alla fine dovrò fruirne solo io nel caso in cui volessi andare avanti con la produzione. Chiaramente non mi aspetto che venga corretta, sarebbe assurdo, solo qualche consiglio oppure opinione.
Grazie tanto in anticipo.
Allegati:
(96.83 KiB) Scaricato 114 volte
#1311624
Ho letto la tua sceneggiatura e ti faccio i complimenti per la creatività. Ti dico cosa secondo me non va bene, a parte l'impostazione tecnica dello script, che è del tutto confusionaria.

1. I monologhi sono troppo lunghi; prova a mettere un amico su una poltrona a leggere tutte quelle righe della prima scena, facendo finta di filmarlo girandogli attorno, o filmandolo veramente. Vedrai che è talmente lungo che non saprai più dove far girare l'inquadratura. In effetti sembra un monologo teatrale. La conversazione con la chitarra è prolissa e inutile, se Sergio si limitasse a qualche accordo con gli occhi lucidi sarebbe molto più espressiva. Se vuoi comunicare che aveva una moglie che è morta, forse potresti mostrare una foto di loro due molto più giovani con lei incinta.

2. Non ho capito niente della scena del chiodo.

3. Ammesso che l'arte non debba essere necessariamente verosimile, tieni comunque conto che tutta la vicenda di Chaima è inverosimile e irreale, e risente secondo me di situazioni viste nei telefilm americani. Tutta la gestione dei minorenni rifugiati è improntata a una altissima protezione del minore con passaggi obbligati nei tribunali per tutti gli adulti.

4. Nella metropolitana la metà della gente parla in altre lingue e molti in arabo. Anche questa scena risente secondo me della tv americana, in Italia non esistono queste cose e non mi meraviglierei se non esistessero neanche a New York. Comunque se serve per la creatività del corto tienila la scena: dico solo che secondo me non bisogna mettere scene troppo inverosimili altrimenti fanno ridere.

5. Nelle classi dei corsi serali c'è il registro degli studenti, non si entra in maniera occasionale, bisogna iscriversi in segreteria.

In definitiva la sceneggiatura va bene ma ricordati che il corto più è teatrale e più è noioso: la cinematografia è un linguaggio diverso, molto più dinamico. Prova a cronometrare gli stacchi nei corti che trovi su YouTube, quelli più famosi. Inoltre ti consiglio di leggere il manuale di Claudio Dedola che trovi online, perché una sceneggiatura scritta così è illeggibile.

Buona fortuna e buona vita :)
#1311626
Cara Antonella,
grazie mille intanto anche solo per avere letto e per il riscontro. Ti do del tu. Apprezzo davvero tanto i suggerimenti che mi hai dato e ne farò tesoro sia per questo progetto che per i miei prossimi lavori, cercando di tenerli a mente.
Ti rispondo sui punti cercando di farti comprendere il mio punto di vista (più o meno cosa avevo in mente), anche per potere io cercare di rielaborare le idee.

1. Hai ragione, in effetti ho sbagliato a partire col presupposto che dovessi improntare tutto sui dialoghi. Probabilmente c'è molta più teoria, non vorrei dire "filosofia" ma qualcosa del genere, in misura maggiore rispetto alla prassi, che va un po' a smontare tutto il ritmo; qualcosa per cui volutamente ho messo in primo piano monologhi lunghi (probabilmente anche noiosi o ripetitivi); forse per incapacità di esprimere per immagini oppure per volontà di dare un sentimento legato proprio al dialogo. Rifletterò sui consigli che mi hai dato e cercherò di migliorare alcuni aspetti.

2. Stessa cosa del punto precedente. Meno dialoghi farraginosi e più "azione": in particolare questa scena non viene compresa quasi da nessuno. L'intento era mostrare un docente abbastanza "rivoluzionario", inteso in senso lato. Dovevano emergere anche altri aspetti del carattere suo, come la creatività. Un po' per presentare il personaggio.

3 + 4. Ti dirò la verità: il suo personaggio mi è nato dalla lettura di un libro fotografico (che tra l'altro ti consiglio) chiamato "Io sono persona", in cui c'erano queste forti foto di uomini che mostravano le mani, appunto, per la scabbia. Successivamente ho pensato al clima d'odio che respiriamo in quest'epoca, e cercando nella cronaca e in alcuni studi sulla solitudine sono arrivato a un caso abbastanza famoso avvenuto a San Diego, identico a quello della mia protagonista (è un po' un omaggio a tutti quest* ragazz* ed esseri umani dimenticati): un uomo che aggredisce su un mezzo pubblico per il solo fatto che stesse parlando arabo. E nel frattempo ci ho inserito il tema dell'indifferenza, a me caro. Poi sono circondato da attivisti e pertanto sono venuto a sapere di un'associazione chiamata "refugees-welcome", che effettivamente permette, chiaramente dietro un lungo processo, di ospitare un rifugiato in casa propria. Quindi sicuramente è un lungo processo, ma l'intento era mostrare il "primo anello". Probabilmente devo rafforzare il punto di vista legale, nel senso di renderlo chiaramente ed effettivamente visibile, per evitare di cadere nell'inverosimile.

Grazie mille ancora una volta sia di avere letto ma anche dei preziosi consigli. Il manuale di Claudio Dedola mi aspettava sul Kindle ma non ho ancora messo mano, recupererò presto!

Rolando
#1311627
Penso che non sia necessario mostrare il tribunale; i ragazzi che vengono dati in affidamento conoscono in precedenza la famiglia affidataria, cioè prima del trasloco. Forse potresti mettere due scene: in una l'operatrice della casa famiglia comunica a Chaima che il tribunale sta valutando un possibile affidamento familiare per lei, in un'altra Sergio entra con Chaima a casa, portando la sua valigia (cioè è andato a prenderla), e presenti la stanza ecc. Certo può apparire un po' strano che una ragazza venga affidata a un uomo solo, ma dopotutto è il suo professore, magari è una persona specchiata ecc.

PS: l'ospitalità dei rifugiati a cui ti riferisci è per i maggiorenni, per i minorenni il discorso è più complesso, rientrano tra gli MSNA, Minori Stranieri Non Accompagnati, trovi info in rete.

Mi sono imbattuto in questo video alla ricerca di […]

Non c'è davvero niente di meglio sul web […]

Nota: non conosco i requisiti del mio pc. quind[…]

Sicuramente ci sarà un metodo più ve[…]