Ma preferisco motivare la sua affermazione come una chiara provocazione a Rond
Fausto,credo sia l'interpretazione giusta. Rondi è un essere assai particolare che rappresenta appieno quanto siamo bacchettoni in Italia e sottolinea uno degli aspetti più risibili della natura umana: la paura per l'ignoto.
Mi faccio tante risate quando sento personaggi dire: a no,la tecnologia nel video io la aborro! Allora gira in pellicola! Eeee...ma costa troppo! Che ridere! Filamno in digitale,montano in digitale e utilizzano macchine che gli salvano il [CUT] ogni volta, facendogli risparmiare tempo e fatica.
Rondi si scorda che il matte painting esiste nel cinema dagli albori. Fondali finti dipinti...tanta manodopera,costi spropositati per restituire un'immagine che di reale ha ben poco. Eppure non si vedevano solo film di robot!
Non esiste solo il neorealismo caro il mio Rondi e soprattutto molti critici sembrano confondere il neorealismo con il documentario. Si parla di uno stile o di stilemi narrativi che utilizzano particolari tecniche del linguaggio cinematografico (macchina a spalla,attori non professionisti - non per tutti però,ed è bene ricordarlo - scenografie non "manipolate" e così via) cercando di restuituire un'immagine vicina per similitudini alla realtà percepita nel quotidiano dallo spettatore. Sebbene i temi affrontati siano temi che partono dal basso, analizzano una struttura sociale composta da singoli che vivono un periodo storico di ricostruzione, vi è alle spalle una ricerca tecnica/filosofica notevole. Pasolini,forse il più "sgrammaticato" fra gli autori neorealisti,spinge il linguaggio filmico ai confini della poetica. Utilizza forme grammaticali proprie del linguaggio poetico. Quindi neorealismo non significa: accendo la camera e riprendo un diseredato, ma al contrario implica gli stessi meccanismi necessari per realizzare un qualunque prodotto video: fotografia,movimenti di camera,preproduzione,scrittura e così via. Cambia lo stile e la forma,ma la sostanza è sempre la stessa...perchè parliamo di cinema e quindi di verosimiglianza non di realtà. Si parla di realtà ricostruita in funzione di uno sviluppo narrativo. Adesso si utilizza il green screen e si sostituiscono fondali in CG. Stessa funzione narrativa realizzata in meno tempo,con costi ridotti e paradossalmente con un risultato realistico superiore. Parlo delle integrazioni in CG presenti in quasi tutto quello che vediamo,senza arrivare a Il signore degli anelli,in cui il mondo raccontato è totalmente inventato e la verosimiglianza assume un valore differente.
Scusa Fa'...ma sti critici meriterebbero di essere presi,messi sui ceci a guardare Giovannona Coscialunga,L'esorciccio e la Polizia s'incazza!
Antonioni era avanti (sebbene sia un regista che non digerisco particolarmente) e il discorso va analizzato a mio avviso dal punto di vista della "possibilità". Per questo il riferimento ai mezzi tecnici: se i mezzi me lo permettessero,girerei un film al giorno. Non si parla di contenuti ma semplicemente di possibilità immediate da utilizzare a proprio vantaggio. Questo per me il significato di quella affermazione. All'epoca nessuno poteva immaginare gli sviluppi di quel nuovo mondo.
Non ho dubbi che se la conversazione si fosse spostata sui contenuti si sarebbe presa una direzione differente.
E' l'immediatezza,la scrittura automatica di Artaud. Lo sviluppo pratico di concetti attraverso l'immediatezza tecnica. Non tutti i concetti si svilupperanno in maniera corretta o convinvìcente,ma aumentano esponenzialmente le possibilità di riuscita così come quelle di fallimento.
E' teoria comunque...
Si dovrebbe parlare poi dei gusti e del livello medio di chi ne decreterà le sorti...ma questa è un'altra storia...