Che follia quel film!!
Penso poi che sia l'ultimo di J.Fox prima dell'inesorabile avanzare del male che lo affligge...
Ho rivisto da poco "L'Esorcista", la versione originale non quella redux... l'aspetto che mi ha sempre disturbato in quel film non sono gli effetti speciali,ma il modo in cui Friedkin affronta il tema dell'abbandono e della fede,attraverso la figura del giovane prete,il suo rapporto con la madre (di una potenza emotiva struggente),il modo sommesso con cui il prete affronta gli accadimenti della vita,impotente pur avendo la "fede". Per me la grandezza di quel film risiede proprio in questo,la possessione demoniaca sembra quasi essere un pretesto per dare spazio alla visione della vita da parte del regista.Insomma,si parla dell'orrore che risiede nell'animo umano,i nostri errori e rimpianti, e della solitudine in cui siamo costretti a vivere e con cui siamo costretti a fare i conti fino alla vecchiaia e dunque alla morte.
Purtroppo il cinema contemporaneo non riesce a dare spessore all'orrore portandolo sul piano della realtà,ma propone più che altro dei sani spaventi provocati dal rodato sistema della scrittura in stile americano (sceneggiature ferree in cui si ragiona sulla scansione temporale degli eventi,quasi come una partitura musicale) e dalla padronanza tecnica dei mezzi utilizzati.Il piano sequenza iniziale in soggettiva di Halloween, ad esempio, ha sia lo scopo di far immedesimare lo sguardo dello spettatore nello sguardo dell'assassino,ma la tecnica si associa alla narrazione,mostrando con uno splendido dolly finale,il volto dell'assassino,un bambino. Questo per me è un buon esempio di come si possano far convivere i due aspetti in modo funzionale al racconto. Non vedo questo nei film girati in soggettiva contemporanei.C'è solo la tecnica,ma non una spiegazione logica del perchè sia stata scelta quella determinata soluzione.Si potrebbe parlare di manierismo stilistico secondo me...