- gio, 30 ott 2014 - 10:48
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Trovo due minuti per copiare e incollare un commento che ho scritto sul documentario di Salgado e Wenders. Tanta è l'urgenza di invitarvi a guardare assolutamente questo documentario la cui visione dovrebbe essere imposta a tutti gli umani.
"Sono andato a vederlo. Avevo il cuore a pezzi e a pezzi ce l'ho ancora. Ero in ultima fila; non sono riuscito a concentrarmi sulla seconda parte, la parte di "Genesi", quella positiva, di vita e speranza in cui Salgado descrive quello che anche a me piacerebbe fare, cioè immagini naturalistiche viaggiando. Non sono riuscito ad apprezzarla perchè nonostante le immagini e i contenuti strepitosi, le lacrime continuavano a scendermi a fiotti e la gola era stretta, com'è stretta ora che scrivo. Tanto era il dolore che grondava dalle foto dei reportage sui rifugiati. Tutti dovremmo vedere quel documentario. Sono tragedie di cui siamo ben a conoscenza, che i giornali ti mostrano giornalmente; ma è diverso vederle secondo il punto di vista di un fotografo superlativo, ma soprattutto di un uomo che è riuscito a portare il dolore nella foto anche attraverso una meticolosa cura tecnica, e spesso attraverso una composizione eccelsa. Che stridore... Immagini stupende spesso, e contenuti tremendi, che fanno odiare noi stessi e il genere umano che di fronte alle tragedie che causa non riesce a provare dolore... Uomini dal cuore di acciaio che non provano pietà per le atroci sofferenze che provocano".
"Fortunato l’uom che prende ogni cosa pel buon verso. E tra i casi e le vicende, da ragion guidar si fa"