Condivido la riflessione di Mabuchi.
In fin dei conti sappiamo che la morte sarà prima o poi la nostra compagna, ma se è vero, e spero per lui di no, che la ragione è la depressione, allora non posso che essere profondamente rattristato per la sorte di quest'uomo.
Tra l'altro al giorno d'oggi che la depressione possa fare ancora vittime è inconcepibile, visti gli ausili a disposizione per attenuarne il malessere.
RIP Capitano, mio capitano!