Nessuno dice di non fare post-produzione, forse non è chiaro questo discorso, già adesso il regolamento lo consente, ma lo consente entro certi limiti, quindi si tratta di analizzare questi limiti e vedere dove ampliarli, non dove ridurli.
Quello che si vuol evitare è che predomini semplicemente la bravura della post-produzione in confronto alla bontà dello scatto, perchè se è vero che il crop aiuta a correggere leggeri problemi di inquadratura, non lo è altrettanto quando, vista la bassa risoluzione delle foto per i contest, si usa il crop per stravolgere la composizione, poi si aggiunge un bokeh artificiale, si clona a destra e a manca per ripulire lo scatto, etc. etc....va trovato il giusto metodo per consentire la post-produzione intesa come sviluppo dello scatto, ma senza che ne venga stravolta la natura.
Io credo che sia qui il vero punto di incomprensione tra le diverse opinioni che appaiaono in questa discussione.
Sarò un po' prolisso, perdonatemi ma è l'unico modo che trovo per spiegarmi al meglio.
Quando io tengo corsi di fotografia a fotoamatori o a studenti, parto dal foro stenopeico per attraversare tutto l'analogico ed arrivare al digitale, punto in cui dopo la teorizzazione della ripresa passo a quella della post come elemento fondamentale e conclusivo della medesima tanto quanto la stampa con l'ingranditore, e gli sviluppi della pellicola lo sono, o meglio lo erano visto che ormai neppure si trovano in commercio, per l'analogico.
Questo lo faccio, pur sapendo in partenza che non a tutti interessa il foro stenopeico, nè come e perchè è nata la fotografia in seguito all'intuizione e all'invenzione dei pittori che usavano la camera obscura, che cos'erano i dagherrotipi e apprendere che se esiste la riproducibilità della foto è grazie a un inglese di nome Henry Talbot, perchè ritengo che bisogna conoscere il passato per capire bene il presente. Tutto ciò non lo ritengo solo utile ma anche affascinante e,, non solo lo insegno, ma mi appasiona pure farlo. Ciononastante, per quanto ritenga interessante la storia della fotografia, da quando ho preso in mano la prima fotocamera non mi sono mai sognato di cospargere una lastra di albumina e sali d'argento per fare una foto, ho iniziato ad usare quello che il mercato mi offriva, pellicole, carte, sviluppi, etc., imparando a miei spese e coi mie errori, a conoscere tali strumenti fino ad arrivare a sfruttarli al meglio delle loro possibilità in relazione ovviamente alle mie capacità.
Già da allora, come oggi, disgiungere la ripresa dallo sviluppo e dalla stampa è un errore fondamentale per qualunque fotografo. Dalla stessa ripresa, con la stessa fotocamera e lo stesso obiettivo, utilizzando la medesima pellicola, posso ottenere 10/50/100 risultati diversi a seconda di come la sviluppo e di come la stampo, questo moltiplicato per ogni titpo di pellicola, di chimici o di carta che utilizzo.
Un certo signore di nome Ansel Adams, pessimo fotografo secondo me, non ho mai visto una sua foto che mi abbia in qualche modo emozionato, ma grandissimo tecnico e stampatore, ci ha insegnato, e a ragione, che la ripresa deve essere realizzata in funzione della stampa che si vuol ottenere e non viceversa, non tener conto di questo significa non aver capito che cos'è una buona fotografia.
Se il signor Adams vivesse ancora ai nostri giorni ribadirebbe la stessa cosa anche per quanto riguarda la fotografia digitale e la postproduzione, in assenza sua lo faccio immodestamente io, separare l'analisi della ripresa alle possibilità della post è sbagliato tanto quanto, lo già scritto nella discussione quando era in atto il contest, girare un video senza tener conto del successivo editing. Quando un musicista si mette al pianoforte per studiare una nuova composizione, sa quale parte di ciò che sta strimpellando affiderà poi a violini, piuttosto che ai fiati o altro, non è che se lo inventa dopo a partitura finita.
Un fotografo, sia esso un professionista o un amatore, deve impare a far questo e deve farlo con i mezzi che ha disposizione nell'attuale, se non lo fa non sarà mai un buon fotografo, sempre che abbia le capacità per diventarlo, e per capacità non intendo solo quelle tecniche ma anche, e soprattutto, quelle intuitive e comunicative.
Personalmente l'affermazione di coloro che dicono che l'affidarsi ai mezzi tecnici per esprimersi è sbagliato perchè non ci si concentra sul concetto di ciò che si vuol comunicare è una solenne distorsione della realtà, sono proprio i mezzi tecnici che quando usati sapientemente ci consentono di esprimere al meglio la nostra creatività, diversamente i pittori, ed solo per fare un esempio, non dipingerebbero ad olio o acrilico, o altro, ma starebbero ancora lì a grattare i muri con le pietre.
Quindi e per concludere, a mio giudizio, limitare oggi gli interventi di post e distinguere la medesima dalla ripresa non solo non ha senso ma è profondamente sbagliato, sia come approccio alla fotografia sia come insegnamento da dare ai neofiti.
Questo è il mio esatto pensiero, ed uno dei pochi casi in cui mi permetto di concludere dicendo non, suppongo di avere ragione, ma sono fermamente convinto di aver ragione.