il significato mi è rimasto oscuro. Seguirò il topic per capirne di più con i prossimi interventi.
Provo a darne una interpretazione: il cortometraggio propone una "realtà filmica" caratterizzata da una fotografia fredda e una "dimensione chiaramente onirica", marcata con una fotografia che tende verso il B/N. I due protagonisti in sogno hanno avuto la premonizione del loro incontro. Lepri ha la capacità di presentarci il sogno come una realtà pregnante e consistente, anche se non mancano quelle illogicità comunque credibili tipiche dei sogni, come quando ad esempio i due innamorati giocano con la cartina geografica.
Entrambi i protagonisti si rendono conto nella realtà che il loro amato è la materializzazione delle loro aspirazioni oniriche: la ragazza riconosce l'asso di picche disegnato sul medaglione. Il ragazzo rimane folgorato dalla frase < lo dirò alla mamma> detta quando l'amata scappa via dopo la telefonata con il padre.
La storia d'amore termina prima nel sogno e poi nella realtà: solo nei sogni degli innamorati una storia d'amore può durare per sempre (e forse nenche lì)
Il finale è molto ironico e simbolico (come tutto il corto), con il ragazzo che si deve riprendere dal dolore della fine di un amore e per far questo non vuol più sognare, non vuol più rimanere deluso cioè. E per questo che decide di fare il turno di notte. Il direttore dell'albergo è Lepri stesso in un cammeo, che si presenta come il "burattinaio" del corto, un "regista in film", che chiude il lavoro sulla battuta del ragazzo <non voglio più sognare> con l'ironica battuta <beato lei>
.....chi si cimenta con la creatività è condannato a sognare.....
Un lavoro di notevole spessore che sfiora il genio creativo per l'originalità con cui parla di una storia d'amore.
I miei più sinceri complimenti