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Discussioni relative alle produzioni cinematografiche indipendenti...

Moderatore: Moderatori

da Yarin VooDoo
#1157877
Ciao,

online la scheda del cortometraggio "NoMen", una produzione Afan Pictures, per la regia di Alessandro Fantini.
Siete invitati a postare qui commenti, domande, critiche e quant'altro.

Immagine
>> Leggi l'intervista <<


Ciao
da Trixarc
#1162370
Scusa se rispondo ora, ma non mi ero accorto del messaggio. Ciao :wink:
da CrazyDuke
#1165645
Visto...
È molto noioso e la durata non aiuta...
La situazione (chiusura in uno spazio angusto) richiedeva una regia e una recitazione che latitano...
Troppe lungaggini... una su tutte: quando prende il cellulare dal cruscotto... sembra quasi uno spot per mostrarci al meglio il prodotto da pubblicizzare...
Non mi soffermo sugli effetti speciali... senza budget non è semplice... anche se la postazione petrolifera è quasi decente (se confrontata con l'auto e l'esplosione)...
Le uniche cose che salvo: il blu freddo, intenso e onirico della prima scena nel bosco e soprattutto quel batuffolo bianco...
da AFantini
#1179047
Visto...
È molto noioso e la durata non aiuta...
La situazione (chiusura in uno spazio angusto) richiedeva una regia e una recitazione che latitano...
Troppe lungaggini... una su tutte: quando prende il cellulare dal cruscotto... sembra quasi uno spot per mostrarci al meglio il prodotto da pubblicizzare...
Non mi soffermo sugli effetti speciali... senza budget non è semplice... anche se la postazione petrolifera è quasi decente (se confrontata con l'auto e l'esplosione)...
Le uniche cose che salvo: il blu freddo, intenso e onirico della prima scena nel bosco e soprattutto quel batuffolo bianco...


Ti ringrazio per la spassionata e franca recensione e per aver visto il corto fino al climax dell'esplosione.
Quelle che definisci lungaggini costituiscono l'espediente stilistico a cui riccorro in maniera sistematica in tutti i miei lavori per esasperare la tensione atmosferica (vedasi al riguardo anche "Tiranti Transit" inserita nella stessa rubrica nel 2008) , nonchè instillare nello spettatore quel senso di angoscia spaziotemporale funzionale alla narrazione che nel tuo caso si è tramutata in semplice noia (lungi da me qualsiasi raffronto comparativo, ma lo stesso potrebbe dirsi per lo stile di Tarkovsky e sopratutto del Kubrick di 2001). Quindi a mio parere si tratta di rispettabilissimi gusti estetici.
Per il resto, realizzare completamente da soli a zero budget un corto del genere che, come ho sottolineato nell'intervista, sulla carta risultava nella migliore delle ipotesi irrealizzabile (ma che per ragioni creative non poteva essere girato in altro modo), mi ha esposto a rischi di natura tecnico-produttiva che, a seconda delle aspettative dello spettatore, possono ovviamente condurre alle tue valutazioni "tranchant" su regia, recitazione ed effetti speciali.
Non a caso ho dedicato il corto a Chris Marker che, non potendo noleggiare una cinepresa per più di un pomeriggio, pur di perseguire la sua idea non si sottrasse alla sfida cinematograficamente "eretica" di realizzare il film sottoforma di una fotosequenza.
da CrazyDuke
#1179052
Conosco perfettamente i limiti del processo produttivo da one man band... non è come suonare...
Io sono abituato, dopo anni, a una troupe di una decina di persone ma talvolta capita di restare in 3 o 4 sul set e anche il semplice spostare una luce da un posto all'altro diventa faticoso e dispersivo come tempi...
Purtroppo (anche se io dico per fortuna, perché amo il lavoro di squadra) il cinema è un'opera collettiva...
In Kubrick (che adoro) e Tarkovsky (che apprezzo) c'è una costruzione dell'immagine imbarazzante per almeno il 90% dei registi degli ultimi 20 anni... hanno realizzato, soprattutto il primo (anche per maggiore varietà di generi), veri e propri monumenti della 7ª arte che ancora oggi sono giustamente presi a modello... altri tempi, altri autori... mi bastano i 2 minuti d'apertura di 'Arancia Meccanica' a ricordarmi perché al cinema non vado più spesso come un tempo...
Marker realizzò qualcosa che definirei... una sciarada!!! Un po' Welles, un po' Bava sopperì con la sperimentazione la mancanza di budget... il tempo d'allora e d'oggi gli ha dato ragione... ma è pur sempre una sciarada... esperimento unico e irripetibile, una piccola scintilla di genio che appicca l'incendio dell'arte d'arrangiarsi... arte concettuale a 24fps...
da AFantini
#1179058
Conosco perfettamente i limiti del processo produttivo da one man band... non è come suonare...
Io sono abituato, dopo anni, a una troupe di una decina di persone ma talvolta capita di restare in 3 o 4 sul set e anche il semplice spostare una luce da un posto all'altro diventa faticoso e dispersivo come tempi...
Purtroppo (anche se io dico per fortuna, perché amo il lavoro di squadra) il cinema è un'opera collettiva...
In Kubrick (che adoro) e Tarkovsky (che apprezzo) c'è una costruzione dell'immagine imbarazzante per almeno il 90% dei registi degli ultimi 20 anni... hanno realizzato, soprattutto il primo (anche per maggiore varietà di generi), veri e propri monumenti della 7ª arte che ancora oggi sono giustamente presi a modello... altri tempi, altri autori... mi bastano i 2 minuti d'apertura di 'Arancia Meccanica' a ricordarmi perché al cinema non vado più spesso come un tempo...
Marker realizzò qualcosa che definirei... una sciarada!!! Un po' Welles, un po' Bava sopperì con la sperimentazione la mancanza di budget... il tempo d'allora e d'oggi gli ha dato ragione... ma è pur sempre una sciarada... esperimento unico e irripetibile, una piccola scintilla di genio che appicca l'incendio dell'arte d'arrangiarsi... arte concettuale a 24fps...


Concordo in toto sul fatto che il cinema nella sua fase produttiva sia sempre e comunque un lavoro corale in grado di raggiungere le sue vette espressive solo quando tutti gli elementi dell'orchestra siano capaci di seguire la guida del direttore conservando ciascuno l'identità performativa del proprio strumento (anche se, per contrasto, mi risuona in mente quel che Hitchcock diceva della preproduzione di un film, l'unico aspetto che lo entusiasmasse dato che dopo aver terminato la sceneggiatura e aver impostato tutte le inquadrature nello storyboard, andare sul set per girare fosse il momento più noioso, ma si tratta, appunto, di un'altra epoca e di un altro pensiero filmico).
Prima e dopo Marker situerei, per intensità allucinatoria e decostruttiva, il primo Bunuel di "un chien andalou" e "L'age d'or" e il Lynch di "The alphabet" e "The Grandmother".
Senza, ripeto, la presunzione di voler equiparare la mia personale ricerca a quella che ha animato gli autori fin qui menzionati, credo perlomeno di aver finora preservato in tutte le mie opere una mia "cifra ipervisiva" che anche "NoMen", nella sua eterodossia egolatrica, contribuisce a riconfermare nella sue ambizioni più che nei suoi limiti.

Grazie di nuovo per il tuo contributo e buon lavoro.
da CrazyDuke
#1179082
Non avevo colto presunzione... :birra:
Bunuel e Dalì rappresentano qualcosa di ancora più diverso di Marker... per periodo storico e artistico... quei due film si inseriscono in un filone più grande, dove il francese fa di necessità virtù, i due spagnoli imprimono su celluloide (con risultati eccelsi) un movimento che stava cambiando il mondo dell'arte tradizionale e, nella sua espansione a 360º, non poteva escludere un mezzo nuovissimo come quello filmico...
Poi ci saranno Man Ray ed emuli (ti consiglio, a tal proposito un giro al Gropious Museum a Berlino) a raccogliere l'eredità video surrealista, con risultati eccellenti...
Paradossalmente, il Futurismo restò fuori dal linguaggio dei 24fps... stranissimo per un'avanguardia che faceva della tecnica/tecnologia il suo centro assoluto... in compenso, diedero un grosso contributo al teatro, sia scritto che scenografico... ma qui si apre un'altra parentesi che include anche la diatriba cinema/teatro e finiremmo completamente OT...
...però mi fa molto piacere discutere con te...
Un lampeggio!!!
da AFantini
#1179098
Non avevo colto presunzione... :birra:
Bunuel e Dalì rappresentano qualcosa di ancora più diverso di Marker... per periodo storico e artistico... quei due film si inseriscono in un filone più grande, dove il francese fa di necessità virtù, i due spagnoli imprimono su celluloide (con risultati eccelsi) un movimento che stava cambiando il mondo dell'arte tradizionale e, nella sua espansione a 360º, non poteva escludere un mezzo nuovissimo come quello filmico...
Poi ci saranno Man Ray ed emuli (ti consiglio, a tal proposito un giro al Gropious Museum a Berlino) a raccogliere l'eredità video surrealista, con risultati eccellenti...
Paradossalmente, il Futurismo restò fuori dal linguaggio dei 24fps... stranissimo per un'avanguardia che faceva della tecnica/tecnologia il suo centro assoluto... in compenso, diedero un grosso contributo al teatro, sia scritto che scenografico... ma qui si apre un'altra parentesi che include anche la diatriba cinema/teatro e finiremmo completamente OT...
...però mi fa molto piacere discutere con te...
Un lampeggio!!!


In tal senso stiamo sfondando un portale già ampiamente spalancato, dal momento che, come avrai già compreso, il mio percorso cinegrafico e iconografico prende le sorti proprio da quelle latitudini (ricordo ancora con una certa emozione quando, ai tempi del liceo, riuscii avventurosamente a scovare i VHS dell'Antologia surrealista che comprendeva anche "Entr'acte" e "La coquille e le Clergyman", o quando mi divertivo a sincronizzare "Un chien andalou" con il mio vinile dell'ouverture del "Tristano ed Isotta").
Probabilmente una lettura (o rilettura) delle due interviste rilasciate a Videomakers insieme alla visione del resto della mia produzione potrebbe indurti a riconsiderare (se non a ribaltare) il tenore del parere espresso a novembre (tra l'altro "Tiranti Transit" e "NoMen" condividono anche un fil rouge semantico giocato non solo sulle allusioni nicciano-wagneriane ma anche su quello dei riferimenti al cyberpunk dei primi anni '80).

Buon weekend!
da CrazyDuke
#1179105
:birra:
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