Non voglio strutturare il film, preferisco scrivere le scene mano mano che mi vengono in mente. Lo so che una qualche forma di struttura è ritenuta necessaria... magari ci penserò più tardi. Comunque mi sembra più adeguata la struttura suggerita da Dedola, le 180 pagine mi sembra; poi me la vado a riguardare e te lo dico meglio. Inoltre non voglio legare le pagine all'eventuale struttura; ho letto i deliri più assurdi riguardo le pagine, e l'impaginazione in ogni caso muta da celtx a pdf; dovrei scrivere in celtx pensando in pdf!... Alla fine più che un lavoro creativo diventa come dipingere una parete a strisce millimetriche.
Mi chiedo sempre se gli sceneggiatori del passato si preoccupassero delle pagine in cui inserire le svolte. È anche vero che a chi ha il "mestiere" certe cose vengono naturali. Leggendo Truby, a dire il vero, ho l'impressione che la struttura la deduca lui dal film, piuttosto che descrivere come si è regolato lo sceneggiatore, cioè quello che la sceneggiatura l'ha scritta.
Antonella, tu sei padrona di fare quello che vuoi con la tua sceneggiatura. Fai attenzione che, secondo me, Dedola si ispira ampiamente a Syd Field, che negli anni' 70, credo partendo proprio dalla lettura della Poetica di Aristotele, e dalla sua esperienza professionale ha iniziato a parlare di una struttura della sceneggiatura. Senza offese per Dedola, che qualche consiglio utile lo da pure, il suo manuale è roba di seconda mano.
Io penso che è uno strumento artigianale a tua disposizione che puoi usare come meglio credi. Un ferro del mestiere, che non ti vincola, ma essendo flessibile, può liberare la tua creatività evitandoti di scrivere cose senza nervo.
Eduardo de Filippo da grande drammaturgo era perfettamente consapevole delle svolte: scriveva anche lui in tre atti. la durata degli atti diminuisce al passare dal primo all'ultimo, credo per aumentare la tensione, e alla fine dei primi due atti inserisce sempre quella che lui chiama una
scena di ponte: segue anche lui, se pure nell'ambito della sua tradizione e del suo mestiere, il principio di unità di azione di Aristotele.
Anche lui faceva la scaletta per poi scrivere i dialoghi.
Sono cose che nella vecchiaia, da senatore a vita provò ad insegnare ai giovani all'università di Firenze e di Roma (Lezioni di teatro, di E. de Filippo - ed. Einaudi)
Hai visto il film sullo sceneggiatore Dalton Trumbo?
No. come si chiama? Provo a cercarlo e lo vedo con piacere......casomai provo a fare il paradigma