- mar, 23 mag 2017 - 10:46
#1274174
Grazie anche a te Antonella per la risposta.
Vi aggiorno subito. Il progetto è andato avanti o, meglio, ho scritto la sceneggiatura, un bel mattoncino di 128 pagine, ma non ho ancora provveduto a contattare nessuno in merito. Per la scrittura ho seguito uno schema cronologico: arrivo in Africa - decollo su allarme - sgancio su obbiettivo - ritorno e dispersione - atterraggio nel deserto - partono i soccorsi - soccorsi vani e tutti (forse) morti. Come già suggeritomi ho cambiato i nomi, ma ho tentato di conservare le assonanze cercando di non scadere nel ridicolo. Per avere "qualcosa da raccontare" oltre ai fatti in sé, utilissimo mi è stato il diario di un aviatore appartenente alla stessa squadriglia e che per un puro caso, un aviaria al motore del suo aereo, non partì per la stessa missione. Conosceva di persona quelli che nel film sono i personaggi principali, anche se nel suo diario ci sono solo due rapidi accenni, perfettamente in linea con il fatto che l'equipaggio era arrivato da poco tempo. Descrive però cosa si faceva fra una missione e l'altra: si parlava, si usciva a cena, si giocava a carte e a pallavolo: nella mia sceneggiatura c'è una partita di pallavolo fra i due equipaggi che andranno in missione (giusto giusto un sei contro sei). Le informazioni più tecniche le ho trovate on-line su documenti originali e da un forum dedicato alla Regia Aeronautica.
La sezione che mi preoccupa di più di tutta la sceneggiatura è quella che inizia con la partenza dell'aviere in cerca di soccorsi. Ho cercato di dedicare grosso modo lo stesso tempo (scenico) alle due "entità": l'equipaggio che tenta di resistere con un membro morto, uno in fin di vita, due feriti ed uno incolume; l'aviatore solo nel deserto che lotta prima di tutto contro sé stesso, poi contro la natura avversa. È per questa parte che ancora non mi decido a mettere la scritta Fine alla sceneggiatura perché non mi sembra sia riuscito a rendere per iscritto quello che ho pianificato.
Il film finisce con le ricostruzioni del ritrovamento dell'aereo (i resti dell'aviatore erano già stati trovati) e l'identificazione dei resti dell'aviatore avvenuta un anno dopo, il tutto accompagnato da didascalie (sulla falsariga di Schindler's List: io le sparo grosse!). Questo è un altro punto critico, che sento molto vicino alle lame delle forbici.
Per tornare alla domanda principale, per quanto riguarda i familiari, è abbastanza difficile contattarli tutti. Da quel che so da un libro dal quale ho praticamente tratto tutte le informazioni generali sulle quali ho basato il soggetto, già al momento del ritrovamento del relitto, i familiari degli aviatori erano pochissimi, addirittura uno di loro aveva solo una cognata (tra l'altro lui era nativo di Pistoia). In Italia c'era la guerra e nulla toglie che, fra fughe e bombardamenti, quelli rimasti a casa erano veramente pochissimi. Esiste però la sezione dell'Associazione Nazionale Arma Aeronautica di Conegliano che porta il nome di uno degli aviatori, nativo della città: Cesare Barro (in sceneggiatura Cesare Marra). Sul loro sito c'è una breve biografia dell'aviatore che ho in parte usato per il mio personaggio. Avevo intenzioine di contattarli, pur avendoli scoperti solo dopo alcune ricerche, ma ho in seguito rinunciato perché ho ritenuto di avere già a disposizione abbastanza elementi per costruire una storia "basata su fatti realmente accaduti". Nulla toglie che possa comunque inviare loro un'email, quanto meno di cortesia per informarli che qualcuno sta scrivendo una storia sul loro aviatore e chissà, magari, saranno interessati ad andare oltre.
- Motore!
- Partito!
- Ma se proprio ieri ho cambiato l'olio!