Perlopiù ma non sempre, la sceneggiatura deve mettere su carta quello che vogliono girare il produttore e il regista.
Il produttore non dà assolutamente nessun tipo di apporto alla sceneggiatura. Lui valuta se il film può incassare e "caccia" i soldi. Basta. Il regista (a meno che non sia anche lo sceneggiatore) si limita a girare le scene nel modo adeguato e più consono e nulla più. E' lo sceneggiatore che decide COSA si vedrà sullo schermo. Il regista decide il COME. Non facciamo confusione.
Secondo me pretendere che lo sceneggiatore non indichi gli stati d'animo dei personaggi è un modo sicuro per fare un film mediocre
Indicare gli stati d'animo in sceneggiatura è tecnicamente SBAGLIATO. Attenzione, non me lo sto inventando io, è la prassi, la tecnica base che chiunque si approcci a questo mondo dovrebbe come minimo conoscere. Se poi non la si vuole seguire ognuno faccia un pò come gli pare. Ma se parliamo in termini tecnici, NON vanno inseriti, e il non farlo non decreta affatto un film mediocre... ma su quale base poi? Il fatto che non siano indicati non vuol dire che non esistano le emozioni o che non verranno espresse. Anzi, se lo sceneggiatore ha la capacità di trasmettere le emozioni senza dovertele fare presente, ma mostrandotele e facendotele percepire, è tutt'altro che mediocre. Non a caso è una competenza non da tutti (e si vede). Troppo facile scrivere "Tizio lo guarda arrabbiato". Prova a trasmetterlo per immagini e azioni, vedrai se è da mediocri.
Qui si sta parlando dell'inserire o meno un annotazione non tecnica ma fantasiosa come è un pensiero/emozione, non di non far trasparire o mostrare quest'ultimi. Mi ripeto ancora: la gente non va al cinema con la sceneggiatura in mano dove c'è scritto "Tizio è arrabbiato con Caio", guarda lo schermo, in cui l'interpretazione, i dialoghi e le azioni dei personaggi fanno si che sia chiaro che Tizio è arrabbiato con Caio. Forse non riesco a spiegarmi io o forse qui parliamo tutti una lingua diversa, non so.
a meno che la lacuna non venga colmata da un grande regista che metta riparo all'insipienza della sceneggiatura
Lacuna? Ma quale lacuna? I sentimenti non vanno inseriti, non è un'opinione, è una regola. Insipienza?... quindi secondo te uno che non si limita a scrivere "Tizio è arrabbiato" ma anzi ha la capacità di mostrarlo in immagini ed azioni (come DEVE essere) è uno sceneggiatore addirittura insipiente? Senza offesa, ma qui mi sa che mancano proprio le basi del concetto di sceneggiatura... perchè si sta proprio andando contro il i principi che la rendono tale.
Pensare che qualsiasi stato d'animo debba essere rappresentato con un'azione fa diventare il film un prodotto da dilettanti, in cui per far capire che il protagonista è arrabbiato si deve lanciare un bicchiere contro la parete.
Il mio era un esempio esasperato. Può anche non succedere nulla del genere, ma basta una determinata parola, indicazione, che faccia capire che Tizio è arrabiato senza dover far presente che "Tizio è arrabbiato". Ripeto ancora: la gente non guarda il film con la sceneggiatura in mano. Lo sceneggiatore DEVE per forza tramutare le emozioni che vuole mostrare in azioni/immagini. Altrimenti come caspita fa a farle interpretare agli attori? Non ci si può sempre e solo limitare ad un "Tizio guarda Caio con rabbia",
questo, è dilettantismo. E comunque più che degli stati d'animo veri e propri la questione era sull'inserire perlopiù pensieri che possano far intuire quella determinata emozione, come nell'esempio riportato da Mikros "nelle orecchie non più le parole retoriche di Scarpa, ma la risata argentina di Augusta", che è un pensiero astratto, non tramutato in azioni, quindi del tutto inutile al fine ultimo della sceneggiatura, che è quello di avere al suo interno SOLTANTO azioni e dialoghi, perchè soltanto quelli possono essere inscenati. Se si vuole mostrare questo pensiero, lo si trasforma in immagini. Scriverlo e basta non ha alcun senso, perchè tanto la gente non leggerà mai la sceneggiatura, guarderà il film.
Personalmente, dopo essermi macerata parecchio per la regola del correlativo oggettivo, ora scrivo liberamente "lo guarda arrabbiata", che sottintende che l'attrice sia in grado di esprimere le emozioni con lo sguardo.
Il compito dell'attore è proprio questo, non si dovrebbe neppure aver bisogno di sottinderla una cosa del genere.
Francamente ciò che "racconta" un film, più di tutto il resto, è lo sguardo dell'attore. Almeno io, dei grandi film indimenticabili, ricordo le emozioni trasmesse dagli sguardi dei personaggi.
Benissimo, ma allora si gira un film muto con i soli sguardi che suggeriscono qualsiasi emozione. Dai... che lo sguardo e l'interpretazione dell'attore facciano il 90% del film non ci piove. Ma senza una buona sceneggiatura articolata come si deve anche l'attore più bravo del mondo non susciterà un bel niente.
La sceneggiatura è il testo che hanno in mano gli attori per capire come recitare
La sceneggiatura è solo lo strumento che dice agli attori COSA devono fare. Il regista decide il COME secondo come decide di mostrare la scena.
quindi lo scopo ultimo non è nemmeno descrivere meramente che cosa succede sullo schermo, ma aiutare chi fa il film a capire di che cosa si sta parlando.
Permettimi di dire che sei assolutamente fuori strada. La sceneggiatura non deve aiutare proprio nessuno, scherziamo? E' solo l'insieme di azioni/dialoghi/immagini accuratamente studiate per essere messe in scena. Chi "fa il film" non deve capire di cosa si sta parlando, non è un indovinello, lo sa già, lo sceneggiatura lo mostra già adeguatamente. Detta così sembra che si lavori alla cieca, che bisogna interpretare le cose. Stiamo parlando di strumenti TECNICI, non di appunti presi al bar.