Tra i film che più mi hanno scardinato le certezze nell'ultimo decennio,
"Spider" di David Cronenberg è quello a cui sono affezionato in modo particolare.
I suoi ritmi dilatati, la monotonia sommessa dei farfugliamenti incessanti del protagonista, lo stile visionario, la sofferenza interiore, la dolorosa ricerca...
Il tutto rivelato dalla fotografia "ossidata" e ombrosa del mago Peter Suschitzky.
Lo rivedrei mille e mille volte, nonostante ami molto il cinema di Cronenberg, nessun altro suo film (ad eccezione forse de "Il Pasto Nudo") mi attrae in maniera così viscerale.
Troppi non ne hanno nemmeno sentito parlare, bisogna rimediare subito!
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