- ven, 28 mar 2014 - 09:36
#1124442
L'hanno dato ieri sera su RAI 3.
Il film che mi ha rovinato il fine settimana. Descrive gli orrori perpetrati dai giapponesi a Nanchino durante la conquista della città.
Alcune scene le ho trovate sconvolgenti; la scena in cui viene violentata e uccisa la prostituta uscita a cercare delle corde per il suo strumento è di una rapidità talmente brutale... La ragazza, uscita dal convento assieme all'amica a cercare le corde, torna indietro dopo essersi accorta di averle perse; vengono inseguite dai giapponesi, una è uccisa, l'altra catturata; in breve si ritrova rovesciata su una poltrona, stuprata e una baionetta le viene conficcata nel cuore. 10 secondi prima era ancora bella, patinata... 10 secondi dopo è un cencio. Non c'ho dormito tutta la notte. La scena è talmente veloce, brutale... Non si può che odiare il genere umano alla fine del film.
Il film tecnicamente è di alto livello, secondo me. Negli esterni si predilige la macchina a spalla con movimenti da tipico film di guerra made in USA (in questo trovo della diversità rispetto ai film precedenti di Yimou). Negli interni della chiesa vi si miscelano splendide inquadrature statiche e carrellate. I toni caldi e dorati nella cantina che ospita le prostitute si contrappongono ai toni freddi nella chiesa e nello stanzone che ospita le giovani alunne. Una cantina trasformata in un luogo accogliente e protettivo; una chiesa fredda e meno protettiva dove vivono le alunne con le loro rigide regole.
Sempre sui colori, capolavori sono le scene accanto alle vetrate della chiesa. Da rivedere.
Cosa non mi è piaciuto? L'abuso degli scenari virtuali. Certo, fossero stati veri il film, già costato moltissimo, sarebbe stato ancor più costoso. Ma è troppo palese la finzione. Com'è palese finzione anche la scena in cui il cecchino cinese elimina mezzo reggimento giapponese come se fosse rambo. Il film racconta una storia inventata, ma in un contesto storico; contesto storico che in parte viene rimarcato con crudezza; a mio avviso pertanto dovrebbe essere stato più sobrio sotto certi aspetti. Sotto questo profilo anche l'utilizzo degli slow motion sulle pallottole l'ho trovato superfluo; spettacolarità che va bene nei cappa e spada precedenti del regista, ma che qui trovo alquanto fuori luogo; è puro stile che si è voluto utilizzare anche in questo film.
Per quanto riguarda la trama, anche qui non mi è piaciuta la scelta di ricorrere al clichè dell'antieroe che poi diventa eroe strada facendo. Ma nel romanzo da cui è stato tratto il film probabilmente è così. E questo è importante sottolinearlo: il film è tratto da un romanzo. Probabilmente Yimou non voleva trattare un romanzo come se fosse una storia vera, ma ambientare un romanzo in un certo periodo storico percorso da terribili verità.
Da vedere.
"Fortunato l’uom che prende ogni cosa pel buon verso. E tra i casi e le vicende, da ragion guidar si fa"