Beh, io la vedo sostanzialmente come
willyfan e quoto l'intervento di
helmutgraf.
Certo è che Tarantino (che non apprezzo particolarmente ma di cui riconosco l'innegabile talento di storyteller) quando anche solo bisbiglia genera eco, risonanze, feedback, Larsen...
E vai con lo schierarsi a favore o contro in mezzo ai polveroni che il web inevitabilmente alimenta a dismisura.
Però scusate, mica sarà rimasto solo Tarantino a fare Cinema, tanto da poter decretare vita o morte della settima arte con quattro chiacchiere in conferenza stampa!
In base a cosa, poi? Al fatto che venga realizzata/proiettata in digitale piuttosto che in pellicola?
Nel 99% dei casi nessuno è in grado di accorgersi della differenza...
Su questo non c'è dubbio, anche grazie al fatto che dopo più di 17 anni di fruizione domestica dei film su dvd (in seguito anche su Blu-Ray), la maggior parte dei quali proposti in versioni restaurate e ripulite partendo da nuove scansioni e dai relativi Digital Intermediate, chi mai delle nuove generazioni va a cercare il pelo nell'uovo quando si tratta di vedere uno spettacolo al cinema?
Il problema semmai è proprio (sempre) questo: alzare i glutei per poi adagiarli in una
vera sala cinematografica per apprezzare le emozioni che un film deve saper trasmettere indipendentemente dalla tecnica usata.
Il resto (e parlo da possessore di una marea di dvd e Blu-Ray) è splendido e comodo, ma è pura brama di possesso, puro gusto di collezionare/archiviare, oltre all'innegabile utilità della libera e dettagliata analisi delle opere che più amiamo.
Però io dico anche questo: se in sala mi tocca vedere il banding o i neri grigiastri o gli highlight compressi in chiazze balorde, allora mi arrabbio sul serio.
Questa settimana ho visto tre film di cui due realizzati in digitale ed uno realizzato in pellicola 16mm.
Tutti e tre, neanche a dirlo, proiettati in digitale.
Si tratta rispettivamente di "Maps to the Stars" (David Cronenberg), "Maleficent" (Robert Stromberg), "Le Meraviglie" (Alice Rohrwacher).
Quello in 16mm ("Le Meraviglie" - assolutamente da non perdere! - ) ovviamente l'avrebbe riconosciuto anche un cieco, a parte la grana, anche per via di pelucchi e puntinature che il formato digitale ha rifotografato così com'erano, il problema è che molti dettagli del girato e i passaggi di tonalità più critici sono andati a farsi benedire.
I neri erano acciaccati brutalmente quando una proiezione in pellicola ne avrebbe mostrato elementi che purtroppo rimarranno sconosciuti.
Pelo nell'uovo?
Forse, secondo me è un problema di
come le tecnologie vengono applicate e non delle tecnologie in sé.
Lasciando perdere il disneyano "Maleficent", tecnicamente perfetto vista la provenienza prevalentemente virtuale di ciò che viene mostrato, se penso a "Maps to the Stars" di Cronenberg e al dop Peter Suschitzky che qui ha pure fatto una fotografia a mio avviso veramente orrenda, allora posso comprendere in parte ciò che Tarantino intende esternare.
La pura nostalgia per un modo di produrre e fruire che, se non sparirà del tutto, certamente resterà relegato nello scrigno dei ricordi, giusto per saltar fuori di tanto in tanto budget permettendo, comunque inevitabilmente digitalizzato per le proiezioni da dcp.
Proiezioni che mi auguro vivamente che migliorino, e di molto.
Quello che trovo veramente interessante e condivisibile di quanto Tarantino ha detto, invece, è quanto segue:
"...Come fai a fare un lavoro come questo se pensi di creare mèrda? Se fosse doloroso riguardare i miei film, non ne farei degli altri! Lascerei perdere. Mi dispiace davvero per questi. Mi pare che le loro vite non siano ricche come dovrebbero essere."
Qui m'inchino.