Gaspar Noé sta per Enter the void, un film che ho visto di recente dopo che per un anno ne ho sentito parlar molto bene da amici. Un film del 2009 mai uscito in italia se non due mesi fa in pochissimi cinema di culto, solo per un weekend (è riuscito ad incassare 2700 euro sparendo completamente dalla circolazione subito).
Un film davvero sottovalutato a mio parere per quanto è visionario.
Lo commento in poche parole, per me un film con un linguaggio cinematografico così raffinato non si vedeva da tempo, ma vene parlo dopo. La storia punta a raccontarti la vita di alcuni ragazzi che tentan di sopravvivere a tokio con lo spaccio di droga, il film non si ferma su questo però scavando molto più affondo nell'animo umano dei personaggi specialmente dei due protagonisti, racconta il loro passato, le loro paure e i loro desideri più reconditi. In questo modo vengono raccontati temi come il complesso di edipo, la degradazione sociale, l'amore al di la dei confini sociali. Tutto raccontato con un iperrealismo tale da rendere quel mondo estremamente vero, nonostante la regia invece navighi nel senso opposto.
Gaspar Noé ha voluto raccontare tutto il film in soggettiva del protagonista, che si tratti di una soggettiva dei suoi occhi o una soggettiva del suo spirito mentre rivede se stesso, lo spettatore è costretto a impersonificarsi con questo personaggio estremamente umano e a conoscerlo nel profondo. Il montaggio è quasi nullo, ci sono solo tagli di ellissi temporali indefinite che ti portano da una parte all'altra della vita del protagonista. Non è così semplice però perché la storia non si limita a scoprire il passato del ragazzo ma ne segue il destino, in modo talmente reale che l'ultima parte del film diventa assolutamente ripetitiva e noiosa, ma in linea con quello che è lo stile adottato per questa pellicola. Per cui sì, si soffre verso la fine ma non poteva esser altrimenti, ci sta e basta.
Ho detto tutto e non ho detto niente, io spero di avervi incuriosito a mio parere è un film che neanche in mano a Kubrick sarebbe potuto venire così bene, anche se molto in linea con lo stile del nostro amato Stanley.
Consigliatissimo specialmente su un televisore il più grande possibile e con un audio il più immersivo possibile.
Unico problema, da vedere solo inglese sottotitolato. Italiano se ve lo siete perso al cinema in quei due giorni che è stato su non penso lo vedrete mai.
Trailer che purtroppo rende poco:
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