Mi hai incuriosito.
Un riassuntino, con parole tue?
Con parole "sue" forse è meglio...
Riporto un paio di frasi. Il testo è stato stampato nel 2004. Il loro riferimento come macchine in quel tmepo erano le prosumer PD150, la XL1, la DVX100.
Non voglio fare il saccente riportando queste due frasi (che sono del fratelllo Marco); anzi... Sono frasi secondo me giuste in parte; ma poi bisogna applicarli i concetti. E qui rilevo dei paradossi.
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Se ti bastano 30 mila lire per realizzare un videoclip in digitale, contro i 10 milioni che spenderesti per girare in 16 mm, questo significa semplicemente spostare la parte risparmiata su altre voci di spesa utili a garantire una qualità finale del prodotto comunque alta".
Lui si riferisce, a quanto ho capito, con le "altre voci di spesa utili" a un maggior investimento su personale e attori. Resta il fatto che nel caso in questione forse era meglio curare di più la fotografia per "garantire una qualità finale del prodotto comunque alta" come essi stessi scrivono.
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Credo che quando ci si avvale del digitale non bisogna porsi troppi problemi su come rendere l'immagine, perchè allora è meglio evitare di utilizzare tale supporto. E' probabile, ad esempio, che col digitale una luce sparata in primo piano ti venga male, ma poi non si può mai dire, perchè ci sono dei contesti narrativi nei quali cose del genere stanno bene".
A quanto pare in Paura 3D sono stati coerenti con questa linea di pensiero. La coerenza è importante. Secondo me non è però il modo migliore di affrontare il mondo digitale; ma è il mio punto di vista. Io non ho esperienza di lavorazione in pellicola; ma credo che sia una cosa difficilissima. E altrettanto difficile credo sia girare in digitale (parlo di film , corti, ecc; di contesti dove si ha tempo e risorse per controllare l'immagine nel dettaglio). Non credo si debba fare a meno di porsi dei problemi quando si gira in digitale. Sono dei problemi simili, su cui si agisce diversamente per risolverli; ma sono problemi pesanti comunque. E risolverli è una raffinatissima sfida tecnica (a tal proposito consiglio di leggere gli altri interventi del libro da parte di altri addetti ai lavori). Evitare i problemi tecnici nel digitale (v. frase "Credo che quando ci si avvale del digitale non bisogna porsi troppi problemi su come rendere l'immagine, perchè allora è meglio evitare di utilizzare tale supporto") sarebbe come evitare i problemi che ci sono, e son tanti penso, quando si gira in pellicola. Rumore a parte, intrinseco del mezzo, anche con la DVX100 si possono trarre buone cose quando la si domina bene, e quando si domina bene il contesto che le sta attorno; e la sfida per trarre un buon equlibrio di colori e toni è bella grossa! Questo però non significa che il digitale, se ci si deve preoccupare molto della fotografia, debba essere evitato. Allora si dovrebbe evitare anche la pellicola, dove il margine di errore forse è anche più alto sotto certi aspetti. O forse lo era un tempo e ora non lo è più? Non so... Non me ne intendo. Ma riguardo al digitale io la penso così.
Non voglio fare il bacchettone comunque perchè non ne ho i numeri. Però... Una considerazione come quella contenuta nella seconda frase la potrei capire se fatta da chi della tenica poprio non gliene è mai fregato nulla, ma ha prodotto un contesto narrativo di un'originalità immensa. Ma dai Manetti...
Comunque ragazzi prendetelo quel libro se avete occasione di passare in libreria. Ci sono interviste a registi famosi come Greenaway, Rodriguez, Sokurov e a collaboratori di importanti produzioni quali Star Wars- episodio II. Certo... E' "datato"; ma ci sono indicazioni ed esperienze importanti.
P.S. Una curiosità: alcuni di voi hanno scritto che da anni il cinema italiano non rende molto, partendo anche dal presente film dei Manetti bros. Beh... Consolatevi: anche i Manetti ritenevano nel 2004 l'Italia un "paese culturalmente in crisi soprattutto per quel che riguarda il cinema"
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