[ActionCamStudio]

Salve a tutti colleghi videomakers!
Questo corto è in realtà un po' vecchiotto,ma non so se avete avuto la possibilità di vederlo. E' un super low-budget diretto,scritto e postprodotto da un giovane talento di nome Seth Worley,che ha utilizzato molti plug-in della Red Giant (che "sponsorizza") per il compositing. L'idea non è originalissima, ma il modo in cui è stata realizzata a mio avviso è davvero accattivante. Per me questo lavoro rappresenta bene la distanza che ci sia tra le nostre produzioni low budget e quelle americane. Il lavoro è 80% compositing,per il resto è talento visivo puro. Che sia la nostra formazione a determinare i nostri risultati?
Non so...
Buona visione!

[vimeo]http://vimeo.com/24320919[/vimeo]

P.S.
La cosa davvero bella è che ci sono moltissimi tutorial sul sito Red Giant in cui il regista spiega come creare quegli effetti speciali,nel puro spirito di condivisione...quanto siamo lontani da questa realtà...

[Matt.]

Non è diventato il mio corto preferito, ma visto che fare corti buoni è un'impresa sicuramente è degno di nota. Ho notato con piacere che non ha la solita costruzione alla "Twilight Zone" (basata esclusivamente sul colpo di scena finale), diffusissima anche nei corti stranieri di ottima fattura ma che a me ha stancato dopo la seconda volta.

Per quanto riguarda l'Italia c'è come una naturale estraneità a questo genere di linguaggio, c'è questo snobismo nei confronti tutto ciò che non è temi sociali, ritratti della vita di periferia, elogio delle "piccole storie",simbolismi "artistici" per cui cose così sono molto rare, soprattutto da parte di chi avrebbe i mezzi per farle. Secondo me è un problema non più dei singoli autori, ma proprio di un background culturale che si è creato, per cui è difficile che qualcuno se ne esca con qualcosa di simile (e ben fatto).

[ActionCamStudio]

Per quanto riguarda l'Italia c'è come una naturale estraneità a questo genere di linguaggio, c'è questo snobismo nei confronti tutto ciò che non è temi sociali, ritratti della vita di periferia, elogio delle "piccole storie",simbolismi "artistici" per cui cose così sono molto rare, soprattutto da parte di chi avrebbe i mezzi per farle. Secondo me è un problema non più dei singoli autori, ma proprio di un background culturale che si è creato, per cui è difficile che qualcuno se ne esca con qualcosa di simile (e ben fatto).

Non posso che essere d'accordo con te e con la tua visione.

[umbit]

Per quanto riguarda l'Italia c'è come una naturale estraneità a questo genere di linguaggio, c'è questo snobismo nei confronti tutto ciò che non è temi sociali,

lo snobismo sicuramente c'è, soprattutto da parte degli intellettuali e registi politicizzati, e soprattutto di sinistra, ma credo ci sia anche una limitatezza emotiva e un blocco di fantasia in noi italiani, dovuto al peso pesante di una tradizione millenaria (cattolica per giunta), alle nostre mammine onnipresenti, ai nostri sentimentucoli di competizione e invidia, alla nostra stitichezza affettiva, ai nostri paesaggi limitati fatti di stradine medievali e di campagne precisine (belli, bellissimi in verità, ma così claustrofobici), un coast to coast che lo fai in due ore di macchina, attraversando orticelli e villaggi fotocopia (bellissimi sicuramente...) invece di gran canyon e sequoie millenarie...