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Moderatore: Moderatori

#1327006
Preciso che in questo caso non ho detto di non guardare in camera, ma di non farlo sempre, primi piani e piani larghi. Se poi piace lo stile Aiazzone allora sempre sguardo in camera.

WF

#1327007
willyfan ha scritto: mar, 30 ago 2022 - 11:38
CatoCato ha scritto: mar, 30 ago 2022 - 09:34 Per evitare gli stacchi sull'asse tra PA e PP posso usare 2 camere - 1 per PA e 1 per PP - ma a questo punto la restauratrice dovrebbe cambiare direzione dello sguardo per averlo sempre in camera ......
Scusa tanto ma c'è una ragione per cui lo sguardo deve stare SEMPRE in camera? Nei documentari che facciamo noi, spesso non è MAI in camera. In cose in stile MASTER CLASS, (e questo potrebbe essere il caso) teniamo una camera, la più larga con lo sguardo in camera, usando anche il teleprompter quasi sempre, mentre il primo piano non è mai con lo sguardo in camera.
https://9dotsfilm.com/didattica_vox_imago/
E non è una nostra fisima, guarda un qualunque documentario su neflix (cito neflix perchè è un punto di riferimento) o video masterclass e NESSUNO tiene lo sguardo sempre in camera.
Questo si faceva negli anni '60 in TV, modernizzati...
Mah, a mio parere in ..."cose in stile MASTER CLASS" - come è il video in questione - lo sguardo dovrebbe stare SEMPRE in camera per un maggior coinvolgimento degli spettatori, evitando di "distrarli" da ciò che stanno vedendo ed ascoltando con cambi di inquadrature "disorientanti", come succede quando si incappa in uno scavalcamento di campo.
Ho guardato più volte il video che hai linkato e francamente non riesco a trovare una ragione plausibile che giustifichi il cambio di inquadratura con lo sguardo NON in camera, rivolto non si sa a chi.
Se non c'è una ragione per cui lo sguardo debba stare SEMPRE in camera, mi chiedo quale sarebbe quella che giustifica sempre più spesso lo sguardo NON in camera - in situazioni in stile MASTER CLASS - al di la del fatto che ... così fan tutti (o quasi).
Scelta stilistica del regista dettata: da un maggior coinvolgimento dello spettatore, o dalla necessità di enfatizzare qualche caratteristica di chi parla, o semplice esercizio di stile finalizzato a "stupire" lo spettatore ?
#1327008
Mi rendo conto che è una battaglia persa.
Per me guardare SEMPRE in camera è una scelta troppo forte, ma non solo, crea un sacco di problemi nella ripresa. Cosa fai, metti le camere nello stesso punto? O l'intervistato deve girare la testa come in TV? Ti pare una cosa bella, che da l'idea di una persona nel suo laboratorio (il tuo caso) che parla con qualcuno?
fammi capire, se sei in una stanza con 20, 30 persone, come fa un insegnante, o un relatore, a guardarle TUTTE diritte negli occhi? Sempre in camera è una rottura della terza parete molto importante, disorientante.
Personalmente, la scelta non mi piace e il contrario non mi crea ansie, anzi. Ma se non vi piace fate come vi pare, ma allora perchè chiedere?
#1327009
E' iniziato tutto nel 1903 (The Great Train Robbery) con gli spari in camera e da allora si dibatte sulla "quarta parete", termine mutuato dal teatro quando l'attore si rivolge in direzione della platea appunto la quarta parete del palcoscenico. A tempi alterni è una tecnica più o meno usata a fini narrativi. Di solito per sottolineare la realtà invece dell'illusione tipica di un racconto cinematografico. Oggi sembra non esistere una regola visto che questa tecnica è usata anche in produzioni recentissime, ma soprattutto è usata dalla quasi totalità degli youtuber che sta abituando sempre più a questo tipo di visione. Ora mi pare di capire che c'è chi voglia prendere le distanze da questo modello e altri invece che lo apprezzano. Resta il fatto che qualsiasi regola serva solo a costringere la creatività, che secondo me dovrebbe sempre essere libera.
PS: chiedere è lecito, rispondere una cortesia.
#1327010
willyfan ha scritto: mar, 30 ago 2022 - 22:37 ...
Ma se non vi piace fate come vi pare, ma allora perchè chiedere?
Beh, si chiede per sentire come la pensano gli altri, per valutare le loro ragioni al fine di cambiare (eventualmente) le proprie convinzioni, il proprio punto di vista.
E, sentiti i punti di vista di chi è intervenuto fin qui in questa discussione, al momento non riesco a trovare un motivo plausibile che - in una situazione tipo Master Class - giustifichi un cambio di inquadratura con lo sguardo NON in camera, se non quello legato al "gusto" personale del regista.
Nel mio caso credo che mantenere lo sguardo in camera SEMPRE sia funzionale allo scopo del video - che è quello di raccontare in sintesi all'ascoltatore la storia del restauro. In questo contesto, cambi di inquadrature tra PA, MPP, PP, li vedo giustificati solo dalla necessità di enfatizzare un punto della narrazione, ma sempre con lo sguardo in camera, fatte salve idonee coperture con spezzoni delle riprese dei lavori di restauro.
Ringrazio tutti per i preziosi suggerimenti: ne terrò conto.
#1327011
willyfan ha scritto: mar, 30 ago 2022 - 22:37 Ma se non vi piace fate come vi pare, ma allora perchè chiedere?
Ciao, personalmente non credo che la questione debba per forza porsi tra le scelte di SEMPRE e MAI. Non raramente l'equilibrio tra i due estremi è quello che lo rende gradevole.
Questo thread lo trovo interessante perchè è in pieno spirito del forum, cioè di una piazza dove tutti possono parlare ed ascoltare. Non è una lezione del maestro, dove il docente parla e gli altri recepiscono l'oro colato. Si è infatti discusso esponendo preferenze, ragioni, conoscenze storiche, esempi, tendenze, ecc. Ognuno poi prende ciò che crede. ;) Ben vengano dunque le domande ben poste.

bye
#1327012
Sperando di non essere troppo pedante, mi viene da condividere questa considerazione.
Nelle riprese di "interviste" con intervistato e intervistatore ho notato che le inquadrature si alternano tra: una master (che inquadra entrambi), e due (MPP o PP) che si alternano su intervistato e intervistatore.
Entrambi si guardano SEMPRE a vicenda e NON guardo MAI nelle varie camere.
L'intervistato guarda quindi SEMPRE negli occhi il suo "ascoltatore" che è l'intervistato (non chi guarda l'intervista).
Suppongo che ciò sia corretto, e se lo è, perchè lo stesso principio non può valere anche nel caso in cui chi parla è solo e si sta rivolgendo a TUTTI coloro che lo stanno guardando ed ascoltando, guardandoli (virtualmente - uno per uno) negli occhi?
#1327013
immagino che il secondo sia l'intervistatore...
Infatti è così.
Quando c'è un interlocutore, anche fittizio, l'intervistato lo guarda.
Le camere riprendono da angoli diversi l'intervistato, talvolta ma non sempre l'intervistatore, magari anche solo di quinta, a volte se ne intuisce la presenza.
Questo è un esempio:


Quando invece, nel caso delle masterclass (e secondo me questo è l'esempio giusto) l'intervistato guarda in camera il suo interlocutore, ma per me è giusto che lo faccia da una sola camera, quella master. L'altra, similmente alla seconda camera dell'esempio sopra, prende da una diversa angolazione.
Sempre a mio parere, far girare continuamente la testa all'intervista come se fosse un conduttore televisivo è fastidioso e perde naturalezza, oltre che costringere a fare pause, o vedere magari che gira la testa in ritardo.

Uno potrebbe anche riprendere tutto un discorso con lo sguardo nella camera master e poi lo stesso con lo sguardo nell'altra camera per poi montare, ma sarebbe un montaggio molto innaturale, che perde continuità.

Io ho fatto anche molti tutorial si green o blue screen e in questo caso il tutore guarda sempre in camera, ma è un linguaggio diverso che rende l'intervistato molto protagonista, inoltre in genere è seduto ad una scrivania o davanti a delle slide.

A mio parere nel caso specifico non userei questa tecnica, ma mi fermo qui...

William Fanelli - 9 dots film
#1327017
comunque su
masterclass.com
ci sono vari trailer, e puoi vedere che in linea doi massima gli unici che guardano sempre in camera (e in generale, usando una sola camera) sono le masterclass di insegnamento, i tutorial. Quelle più generiche, (soprattutto nella sezione business) che sono più "descrittive" usano l'approccio camera principale con sguardo in camera e una seconda camera angolata, più o meno tanto.
Tra le altre cose, inviterei oltre al discorso sguardo in camera piuttosto che no a lavorare bene anche sulle luci, una illuminazione piatta m anche troppo tradizionale darebbe davvero l'idea dello youtuber. Trattandosi di una bottega di restauro (più o meno)curerei questo aspetto.
#1327019
A me non piace molto l'inquadratura quasi grandangolare, non mi piace lo stile e non mi piace l'illuminazione.
Tuttavia anche qui hanno fatto una scelta: il primo piano guarda in camera, poi c'è una seconda camera larga angolata dove NON guarda in camera. E' la medesima logica che ho proposto, anche se io preferisco, proprio per evitare l'effetto grandangolo, fare il contrario ovvero la larga in camera e il PP angolato. Ma ci sta anche così, magari usando un tele invece che un ottica come quella e stare appiccicati. Il viso un po' rotondetto poi non aiuta.
Non so con che macchine giri ma anche con un mft per il PP non andrei sotto il 75mm
#1327024
Era solo per dire che - una inquadratura che mostri "il pubblico" (in questo caso il set di ripresa) - non necessariamente grandangolare - dà un senso alla inquadratura del solo speaker che NON guarda in camera, rendendo "comprendibile" la direzione dello sguardo.
#1327032
Si, ok, ma a volte bisogna stimolare l'intelligenza del pubblico. L'interlocutore "immaginario" si usa, e lo spettatore ne intuisce l'esistenza senza mai vederlo, con un po' di furbizia basta mettere nel testo qualcosa che dia questa idea.
È un po' l'essenza del docufilm...


WF
#1327033
Per dire, noi quando giriamo queste cose, il regista si siede accanto alla camera master e fa le domande, stimola l'intervistato con l'accortezza di comprendere la domanda nella risposta.
Tipo, se si chiede: "a quali difficoltà sei andato incontro" l' intervistato deve rispondere "la difficoltà che ho incontrato è l'eccessiva burocrazia..." Ecc , non cose tipo "la burocrazia!'" che senza la domanda non si capisce.
In questo modo, anche se non esiste un interlocutore che fa domande, se ne intuisce la presenza ma le risposte sono autoesplicative.

WF

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