Benvenuto su VideoMakers.net
Iscriviti per condividere la tua passione sul principale sito web italiano dedicato al VideoMaking!

Gli eventuali inserti pubblicitari all'interno delle discussioni sono visibili solo se non hai eseguito l'accesso al forum; ricordati di eseguire l'accesso o, se non sei ancora registrato, fallo QUI

Clicca qui per leggere le regole del forum
Discussioni su tutti quegli argomenti di situazioni tipiche, problematiche e consigli generici per chi vive da VideoMaker (problemi di licenze, questioni fiscali, situazioni tipiche, etc.).
Non sono ammesse discussioni che esulino da quando su indicato (Es. politica, sesso, pirateria, spam, etc.)

Moderatore: Moderatori

#1293338
:band:

Che strano effetto fa seguire una conversazione durata 9 anni. (sì, l'ho letto tutto, dalla guida in poi)

La prima cosa che viene da dire è GRAZIE LUIGI. ho interrogato mezzo mondo e nessuno (neanche dalla SIAE) ha saputo darmi informazioni precise e chiare prima di te.

Il commento a caldo, prima di tutto emotivo, è di chi deve unirsi al coro del "troppa burocrazia, troppo lucro, troppa SIAE".

Mi ha fatto effetto vedere come, sul tema di essere autori SIAE e quindi obbligati a depositare i brani, lo stesso Luigi ha virato stretto nel corso degli anni. La prima volta era ovvio che non si fosse obbligati, sia per i principi del diritto d'autore, sia leggendo lo stesso regolamento SIAE. La seconda volta era un tema dibattutto. La terza volta gli autori SIAE sono obbligati a depositare qualsiasi cosa compongano (e vogliano distribuire, ovviamente).
Questo per dire come persino un esperto possa soffrire davanti ad una eccessiva burocratizzazione. Troppa burocrazia corrisponde sempre e solo a confusione e, per citare Eduardo (spero di non violare un Copyright ... -.-) "la confusione fa comodo ai confusionari". Alla fine ho preferito parafrasare, per sicurezza...


mi rimangono alcuni punti oscuri:

LIBERATORIE:
la street photography ci propone un parallelo: non tutte le persone che fotografo per strada devono firmarmi la liberatoria. Dipende dalla finalità editoriale o commerciale che avrà la foto. Secondo un principio analogo dovrebbero essere trattate le musiche nei film. Ho girato documentari nelle zone periferiche di Napoli e lì c'è sempre musica nell'aria. Che si fa? Si fa un documentario con suoni ambientali finti reperiti su CC? Facciamo uscire dalle finestre di Scampia musiche composte in islanda?

E se il documentario si vende? è commerciale? no. Se fosse una foto almeno, venduta anche a Repubblica o al New York Times, resterebbe prodotto editoriale e non commerciale.

PROFITTO vs GUADAGNO ECONOMICO
Anche qua, si è stirata la legge a vantaggio di qualcuno. Dire che si trae "profitto" da un lavoro altrui, e quindi distinguere il "profitto" dal guadagno economico, come se il secondo fosse parte dell'insieme del primo, apre a un curioso caso: la mia ragazza mi ha conquistato cantando una canzone degli Eurythmics. Ha quindi tratto un profitto (finché è contenta di me, almeno) dal lavoro di qualcun altro, come tutti i ragazzi che ai falò rimorchiano con la chitarra o pomiciano mentre Fedez esce dal loro telefono. Io potrei essere molto ricco, e per la mia ragazza il profitto anche economico maggiore di quello che sarebbe fare l'embed di una canzone sul suo sito autopromozionale.

QUI TACET CONSENTIRET
Posso scrivere ai responsabili dei diritti di sinc di un brano "salvo vostra obiezione pervenuta entro 30gg mi riterrò autorizzato"?

LICENSED ON YT
Ignaro di tutto, e stufo di non ricevere risposte ai miei dubbi, ho pubblicato il mio primo cortometraggio narrativo (e quindi non giornalistico) su YouTube qualche mese fa. Contiene musiche commerciali (di repertorio). Dopo qualche giorno YT ha aggiornato tramite il ContentID il mio video aggiungendo così nelle info anche i titoli, gli autori, i detentori dei diritti e i facentene veci. Da parte di questi, mi dice così YT, ho il permesso di tenere il video con quei suoni, ma non di monetizzarlo.
Ma questo, seppur espresso per i vantaggi economici dei rapporti tra Major, YT e "SIAE" di tutto il mondo, non è un PERMESSO DI SINCRONIZZAZIONE?! (per quanto vincolato a fini non commerciali)

LA POLEMICA (saltate questa parte se non siete in vena!!)
scusate il wall of text, ma ho appena letto 285 commenti e mi sento molto coinvolto ^^
Mi unisco alla polemica contro la SIAE. Capisco le istanze di chi dice che i diritti di autore vadano tutelati, e non si discute, ma ovviamente se ci badate bene sono tutelati solo i diritti di autore che possono essere inequivocabilmente monetizzati. Sorvolo sulle giuste lamentele contro i maxistipendi dei dirigenti SIAE, tralascio le battutte sul fatto che il compositore più pagato dalla SIAE sia l'autore del gingle di UnoMattina (nanananana), capisco che così va il mondo ma permettete che non mi piaccia.
Il diritto d'autore (che poi è composto di varie parti) ha subito una sua evoluzione ovviamente sempre più restrittiva e finalizzata non alla tutela dei diritti ma alla monetizzazione dei diritti.
Al di là delle buone intenzioni, sappiamo benissimo che a gestire i diritti di sinc sono non gli autori ma le case discografiche, che se ne fregano delle intenzioni degli autori o della di essi morale, ma hanno il solo scopo di fatturare, cosa che poi alla fine non dispiace neanche agli autori. Essendo diritti gestiti non su basi etiche, c'è una confusione infinita e infatti mentre scrivo ascolto musica su YT pubblicata da utenti privati che hanno rippato interi CD e che YT mi distribuisce come l'acqua del sindaco attraverso compilation mai autorizzate. Musica che se fosse alzata di un semitono con autotune potrebbe essere impunemente monetizzata perché seppure illegale la procedura, rimane invisibile agli algoritmi. Ogni tanto mi ascolto valanghe di cover fatte da ragazze vestite cosplay che suonano l'arpa e va bene a tutti, soprattutto a loro che fanno un botto di soldi.
Da indipendente ho prodotto del teatro per tanti anni, e ho sempre riscontrato come la SIAE fosse solo un vincolo, che mi impediva di fare qualsiasi cosa se non in modo illegale o in cantina, e che non mi sapeva tutelare in nulla, tanto che molte delle mie trovate registiche sono state copiate e non c'è modo di depositarle, e io penso che sia giusto così. Non è in alcun modo possibile vincolare a un attore il suo modo di interpretare Amleto, eppure esso è a tutti gli effetti una composizione artistica frutto del suo ingegno. E grazie a Dio è così, grazie a questo le arti si evolvono e vincoli restrittivi fanno sì che alla fine i prodotti indipendenti siano mediocri, la musica sia mediocre e mediocri i tempi che viviamo.

Non voglio invece trascurare un punto interessante (e spesso citato in questo dibattito, ma non in questo thread) della polemica: con le regole di oggi, non esisterebbe la tragedia greca o la commedia romana, non ci sarebbe Divina Commedia, né poemi omerici, anche la Bibbia porrebbe problemi in questo senso (e nei secoli questi problemi sono stati anche affrontati!). Sono solo pochi esempi di come invece la mancanza di stupide burocrazie non impedisse agli autori di prosperare e anzi favorisse la ricchezza culturale dell'umanità.



Comunque GRAZIE a tutti e Soprattutto a Luigi Pulcini per la passione, la curiosità, la precisione con cui avete trattato questo argomento
#1293356
Ciao, Luca.

Questo è decisamente uno degli interventi più interessanti di questi lunghi nove anni di discussione in merito alla spinosa questione del diritto d'autore. Ecco perché ritengo che meriti un approfondimento specifico.

Innanzitutto mi permetto di fare le mie precisazioni in merito alla (solo apparente) "virata stretta" sul (presunto) obbligo di deposito a cui sarebbero soggetti gli autori iscritti a una P.R.O. (Performing Rights Organization, la definizione internazionale di società omologhe all'italiana SIAE). I tre spunti che mi attribuisci non vanno letti in contrasto tra loro, né tantomeno vanno presi come una forma di rassegnata sottomissione allo stato di fatto. Il primo passaggio rappresenta la mia lettura della legge e del regolamento SIAE: per me è ovvio – e sarebbe quantomai bizzarro il contrario – che a un autore debba essere riconosciuta la libertà di decidere quali opere vincolare al mandato della SIAE e quali, al contrario, lasciare libere di essere donate al mondo. In fin dei conti, la SIAE si occupa (quasi) esclusivamente della raccolta dei diritti patrimoniali sulle opere. Per questo motivo, un autore dovrebbe essere libero di decidere quali opere rendere remunerative e quali regalare all'umanità. Allo stesso modo in cui un qualsiasi artigiano è libero di poter regalare il frutto del proprio lavoro. Ma è meglio non intricarci in esempi che trascendono non di poco la questione del diritto d'autore.
Come avrai avuto modo di leggere, il dibattito ruota sempre intorno a un cardine fondamentale: l'impalpabilità dell'opera. Per questo ogni tentativo di esemplificare con altre forme d'arte può diventare improprio. Tuttavia, vorrei proporti un esempio concreto. Durante una discussione sul diritto d'autore, un mio interlocutore sosteneva che questa cosa del riconoscere alla musica questo tipo di diritto assume un carattere di unicità rispetto a ogni altra professione. A suffragio della sua idea, portava come esempio il lavoro di un architetto al quale viene commissionata la realizzazione di un edificio. Il committente lo paga per veder realizzato il progetto. E una volta che l'edificio è concluso, non deve riconoscergli più nulla in termini economici, perché l'architetto ha già ricevuto il suo compenso. Giusto ragionamento, direi. Ma qui arriva la mia obiezione. Cosa succede al tale committente se l'architetto viene a scoprire che, sulla base dello stesso progetto, il cliente ha realizzato altri dieci cloni dello stesso edificio, in dieci località diverse sparse nel mondo?
Ecco, benché non perfettamente calzante, anche in questo caso bisogna distinguere tra l'oggetto finito e la sua ideazione. Tra l'edificio e il progetto che ha permesso di realizzarlo. Tra un brano musicale e la partitura che risulta a esso sottesa. È oltremodo vero che il cliente ha pagato l'architetto per la sua prestazione professionale. Ma anche in questa circostanza, la legge sul diritto d'autore attribuisce all'autore dell'elaborato sia il sacrosanto diritto morale (nessun altro può attribuirsi la paternità dell'opera), sia quello di sfruttamento economico (nessun altro può generare un profitto da quell'elaborato).

Cosa rende la questione della musica particolarmente spinosa? L'estrema facilità con cui è possibile riprodurla senza alcuna perdita di qualità. L'estrema facilità con cui è possibile manipolarla e abbinarla a qualsivoglia forma d'arte, dall'installazione museale al reportage giornalistico, dal cortometraggio d'autore al blockbuster hollywoodiano.

Ma veniamo ai punti che hai esaminato. Mi permetto di riproporli nel tuo stesso ordine e con i tuoi stessi titoli anche per semplificare la lettura.

LIBERATORIE
Quanto tu affermi riguardo alla street photography non è totalmente esatto.
La legge sul diritto d'autore stabilisce i casi di esenzione dal divieto di pubblicazione di immagini di persone senza il loro consenso. Il diritto di informazione, senza dubbio, è uno di questi. Ma ci sono numerose sentenze che chiariscono come "l'interesse pubblico" di un certo avvenimento vada sempre accertato. Ad esempio, se fotografi due persone sedute davanti alla porta di casa, sulla pubblica via, siamo certamente di fronte a un evento avvenuto in luogo pubblico, ma l'interesse pubblico dell'avvenimento viene meno, così come l'esenzione dalla necessità del consenso. La giurisprudenza è abbastanza concorde su questo aspetto.
Inoltre, l'esempio della street photography non è perfettamente calzante per un altro motivo: le persone ritratte in un documentario sono contestualizzate – consapevoli o meno – nella loro realtà. L'autore di una musica che trapela da una finestra è certamente inconsapevole del fatto e dovrebbe essergli riconosciuto il diritto di negare l'associazione tra la propria opera e le immagini ritratte nel documentario. Questo aspetto – oltre a quelli già citati nelle sentenze menzionate sopra – rende la necessità di una liberatoria ancora più vincolante.
E bada bene che non è necessariamente un discorso economico: il diritto di sincronizzazione, anche attraverso le sue incarnazioni meramente patrimoniali, è e rimane uno strumento di consenso.

QUI TACET CONSENTIRE VIDETUR
La risposta breve è: no.
Va ricordato che il silenzio-assenso è un istituto giuridico previsto dal diritto amministrativo per contrastare l'inerzia della pubblica amministrazione in rapporto con i privati. Al contrario, per il diritto privato, il silenzio rimane un fatto che non può avere valore di consenso, tranne in casi in cui il consenso venga prestato in altre forme o possa essere comunque interpretato dal comportamento del soggetto interpellato. Ma, di per sé, il silenzio rimane sempre una forma di diniego.

LICENSED ON YT
Certo, è una forma di diritto di sincronizzazione regolamentato tra YouTube e le P.R.O. di tutto il mondo tramite una "licenza forfetaria" (blanket license, nella giurisprudenza anglofona). In pratica, YouTube si impegna a riconoscere agli aventi diritto una parte dei proventi derivanti dalle inserzioni pubblicitarie in cambio di una licenza omnicomprensiva, salvo il caso in cui gli aventi diritto si tirino esplicitamente indietro. In quest'ultima circostanza, il video viene direttamente oscurato in uno, più Paesi oppure del tutto.
Riguardo alla monetizzazione, non mi pare che YouTube non ti permetta di monetizzare il video. Più semplicemente, la monetizzazione non è totale come nel caso di video che sono totalmente frutto del tuo ingegno. Quindi una parte dei proventi andrà riconosciuta agli autori delle musiche che inserisci.
Recentemente YouTube ha introdotto una nuova regola secondo la quale se un certo canale non ha almeno 1000 sottoscrittori e 1 milione di visualizzazioni totali (su tutto il canale), la monetizzazione viene automaticamente disattivata, indipendentemente dal contenuto.
Una regola discutibile che, nelle loro intenzioni, vuole porre un freno al fenomeno dei canali che clonano video di altri canali al solo scopo di trarne un vantaggio economico. Di fatto, chi ne soffre sono solo i piccoli canali che magari hanno solo materiale completamente originale. Anche qui, riporto la regola anche se non mi trova affatto d'accordo.

LA POLEMICA
La SIAE è una società di raccolta del diritto d'autore (collecting agency o collecting society). In modo del tutto analogo, lo sono decine di altre consorelle di altre nazioni. In quanto tali, gli unici diritti che trattano sono quelli patrimoniali. Quindi non è che queste società tutelano solo le opere che possono essere monetizzate. Piuttosto, queste società si occupano solo (o sarebbe meglio dire "principalmente") del diritto patrimoniale sulle opere. E ti dirò che la SIAE si distingue rispetto a molte consorelle (ad esempio, le americane ASCAP, BMI e SESAC), perché la SIAE offre anche una tutela "morale" sulle opere: quando si deposita un'opera alla SIAE, al contrario di quanto avviene con le altre società citate, viene richiesto anche il deposito di un'esemplare dell'opera. In caso di dispute sulla paternità – che secondo il diritto sono sempre su querela di parte, mai d'ufficio –, la SIAE offre un supporto documentale per dirimere la questione nelle sedi preposte.
Negli Stati Uniti non è così: ASCAP, BMI e SESAC non richiedono nemmeno il deposito dell'esemplare dell'opera. Se un autore vuole tutelarsi rispetto a un'eventuale appropriazione indebita dei diritti di paternità morale, deve depositare un esemplare dell'opera alla Library of Congress.
Chiaramente ci sono molti meccanismi che io stesso guardo con una certa riserva. E tanti meccanismi di "burocratizzazione" (come tu giustamente dici), uniti a molti malcostumi tipicamente italiani (corruzione, concussione, sperequazione, abuso di potere, tra gli altri) rendono molte questioni a dir poco riprovevoli e contrarie ai principi universali di diffusione della cultura e dell'arte. Ma gli esempi che tu hai fatto possono essere quasi tutti inquadrati in un contesto in cui il mecenate, il cittadino ricco, l'impresario finanziavano la creazione delle opere per trarne un "profitto" personale, che fosse economico o d'immagine poco contava.
La tragedia greca non esisterebbe se non fosse stato per quei cittadini ricchi che erano incaricati dalle polis ad allestire gli spettacoli per la cittadinanza.
E lo stesso Dante Alighieri, durante tutta la sua vita, non fece altro che peregrinare di corte in corte, di signoria in signoria, anche durante gli anni dell'esilio («tu proverai si come sa di sale lo pane altrui e com'è duro calle lo scender e 'l salir per l'altrui scale»).
E non potremmo ascoltare le opere di Verdi o Puccini se non fosse per lo spirito imprenditoriale della famiglia Ricordi, che di certo non tirava avanti la propria casa editrice attraverso un puro e semplice spirito di diffusione della cultura o di carità cristiana. Peraltro, i nomi di Verdi, Puccini, Ricordi, Verga, Carducci, De Amicis sono tra i soci fondatori della stessa SIAE.

Semmai, quello che stupisce è l'enormità di "arte" (in senso lato, non sta darne giudizi di valore) che oggi viene prodotta nonostante il mecenatismo sia morto e sepolto e le forme di remunerazione artistica diventano sempre più esigue (basti pensare all'entità dei compensi per forme di diffusione quali lo streaming online).
Insomma, con il passare dei secoli, si sono moltiplicati i mezzi di diffusione, ma si sono decimati quelli di finanziamento, che è rimasto limitato a forme personali o a base volontaria.

Non prendere il mio intervento come un "muro contro muro".
Ho davvero apprezzato la lucidità delle tue analisi. Volevo solo puntualizzare gli aspetti degni di nota, senza certo esimermi dal riconoscerne le criticità.
#1293798
Grazie intanto per la risposta esaustiva e omnicomprensiva! Come avrai sicuramente notato sono un po' un polemico provocatore, ma hai capito e ne sono lieto che il mio è il mezzo che conosco per sviluppare una conversazione e approfondire le tematiche, non un modo per rompere le scatole e flammare i forum : )

mi scuso poi per aver lasciato correre tanto tempo nonostante la tua pronta risposta.

Per quanto riguarda "la POLEMICA" non mi tiro indietro, credo davvero siamo arrivati a un punto del discorso in cui entrano in campo i pareri personali e personalmente resto convinto nonostante la tua risposta che la tutela del diritto d'autore sia diversa dalla tutela della "parte monetizzabile" del diritto d'autore. La vita dell'artista è sempre stata dura, per Dante e per tutti gli altri, ma a mandare il Poeta a bussare alle porte "altrui" fu la sua onestà intellettuale, non il bisogno di mecenatismo che mi sembra contrapponi al pagamento delle royalties. Lo sviluppo del pensiero e dell'arte è comunque più importante dello sviluppo della panza degli artisti e gli artisti sono i primi a pensarlo, o avrebbero certamente scelto altre professioni. Lo studio (superficiale nel mio caso, approfondito, sono sicuro, nel tuo) della storia dell'evoluzione della tutela del diritto cosiddetto d'autore si svolge di pari passo all'affermazione del capitalismo. Il risvolto della medaglia, nel caso dell'arte come nel caso delle scienze, è che i brevetti e l'uso quindi esclusivo di alcuni dei prodotti del pensiero e dell'ingengno umani è il FRENO (sì, lo maiuscolo e lo sottolineo) dell'umanità. Con il diritto d'autore non ci sarebbe stato Shakespeare, come scrivevo, e senza il diritto d'autore avremmo avuto auto meno inquinanti negli ultimi sessant'anni. Non so se faccio bene o male a mischiare i campi e non so quanto questo argomento interessi o appartenga al topic in cui siamo, non mi offenderò ovviamente se sarà ignorato o cancellato ^^'.
Aggiungo poi che delle forme di mecenatismo esistono ancora oggi e sono molto simili a quelle di un tempo: politicamente condotte e deviate.



a proposito invece di "LICENZA YouTube"
la "blanket license" sembra valere, da un punto di vista dello sfruttamento economico delle opere "licenziate", solo all'interno di YT. Ma posso sfruttare una licenza ottenuta in questo modo su YT per ritenermi autorizzato - fino a smentita almeno - alla sincronizzazione di quel determinato brano anche al di fuori di YT, ad esempio per partecipare con un mio corto ad un concorso? Perché sì? Perché no?



grazie come sempre Luigi per il tempo che dedichi a questo thread e anche a tutti coloro che leggeranno e risponderanno eventualmente
#1293985
Buongiorno, dopo cinque anni ho finito finalmente il mio documentario natura amatoriale e chi lo ha visionato dice che malaccio non è. :-)
Ho comprato i diritti per licenza individuale (10 pezzi 100 euro) da Jamendo per la colonna sonora che mi permette di mettere
il video su Internet (Youtube/Vimeo).
Vorrei concederlo in uso gratuito per videoproiezioni ad un comitato per la creazione di un parco naturale.
Di solito gli spettatori a questi eventi "fisici" sono sempre meno di 50 e ovviamente sarebbe tutto gratis ed avverrebbero in sale Comunali, Circoli fotografici ecc.
Ne farei ovviamente solo una copia, non lo distribuirei.
Ho letto nel documento all'inizio di questo thread che nel caso di Festival, promozioni ecc.ecc. l'onere dei diritti
di esecuzione resta in capo sempre all'organizzatore dell'evento.
Pero' non mi e' chiaro se devo comunque passare dalla SIAE per i diritti di sincronizzazione.
La licenza personale di Jamendo in effetti dice questo:
The Personal License is the perfect license for private individuals creating non-monetized videos and podcast episodes. It allows an unlimited Internet broadcast of the synchronized project (Facebook, YouTube, Twitter, Twitch, Snapchat, Vine, etc.).

Once a track has been used in a production, your rights over this synchronized production are unlimited in time (perpetual rights).

If you need the ability to directly or indirectly monetize your video/podcast series, you rather need to take a look at the Standard license.

The Personal License isn't valid for individuals registered as a company or working on behalf of a company/organization/institution/association. It also cannot be used if your production is aiming at promoting a product and/or services.

As a reminder, one license allows you to use one track in one particular video/podcast episode, see this this article.

Piu' che altro vorrei capire come si comportano gli ispettori SIAE non avendoci mai avuto a che fare.
Io non credo che un amante della natura che metta a disposizione della comuintà TANTO del suo tempo libero debba pagare delle tasse
se non ha scopo di lucro.
Ma mi rendo conto che in questo settore, come altri in cui ho maggiore competenza, la confusione non sia un caso.

Saluti al popolo.
#1293987
Una sola precisazione, prima di passare alle "buone notizie"! ;)
Anche se la SIAE viene utilizata dallo Stato come esattore per alcune tasse specifiche soprattutto in virtù della capillarità della sua distribuzione territoriale, il diritto d'autore NON È UNA TASSA! Questo va chiarito a gran voce (ecco perché l'uso del maiuscolo, che spero non irriti nessuno... :P ).

Ma ecco prontamente le buone notizie.
Dal sito di Jamendo si legge:
All the Jamendo artists have stated being 100% independent artists, meaning not being affiliated to any Performance Rights Organization (PRO) such as BMI in the US, SGAE in Spain, GEMA in Germany, PRS in the UK, SACEM in France, etc


"SIAE in Italy", aggiungerei io.
Questo significa che nessuno degli autori delle musiche che hai usato nel tuo documentario è iscritto alla SIAE o ad alcuna delle società consorelle.
Morale: la licenza che hai ricevuto da Jamendo ti permette di diffondere il tuo documentario nei limiti dei termini dettati dalla licenza stessa, senza dover rendere conto alla SIAE.

Chiaramente, se nel corso dello stesso evento, l'organizzatore decide di mettere della musica di sottofondo per accompagnare il rinfresco successivo alla proiezione, è tutta un'altra storia... ;)
#1293991
Hai ragione scusami, sono diritti quindi retribuzione di un lavoro, non tasse.
Mi hai dato un gran bella notizia sai?
Ti ringrazio tantissimo
Ciao
P.S. Poi provvedero' a linkare il video nella apposita sezione.
#1295704
C'è stata una spiacevole situazione dopo la pubblicazione su YouTube. Ho avuto infatti due reclami per violazione del copyright da due case discografiche, una coreana quindi illeggibile. Alla mia opposizione hanno ritirato i reclami/non dato seguito nel termine di un mese alla controversia. Da me interrogati in merito ne jamendo ne l'autore si capacitavano dell'accaduto.
Da una ricerca su YouTube sembra che questi facciano reclami a casaccio non so con quale scopo. Magari la conoscenza di quanto accadutomi potrà essere utile a qualcuno.
#1296932
Premesso che non si tratta ancora di una nuova legge, ma solo di una direttiva approvata ieri e che, per diventare legge, dovrà attendere un iter che non si concluderà prima della fine dell'anno o i primi del 2019, dal punto di vista dell'uso di opere musicali nei video non dovrebbe cambiare assolutamente nulla. Non è su quel tema che si sono incentrate le modifiche alle regole del copyright.
#1300489
Ricapitolando (mi sono letto - a grandi linee - tutti i vari post dall'inizio ma devo aver fatto confusione)... se, nel mio caso, scaricando anche acquistando brani dai siti denominati royalty free music posso utilizzare gli stessi nei miei documentari che verranno proiettati anche in luoghi pubblici ad entrata libera senza pagare ulteriori oneri o richiedere autorizzazioni?
#1300491
Le licenze - royalty free o no - sono quasi sempre riferite al "singolo uso". Significa che tu paghi la licenza per abbinare il brano a UN documentario (e sei libero di diffondere come vuoi QUEL documentario).
Ma se vuoi riutilizzare lo stesso brano in un altro documentario devi acquistare una nuova licenza.

Insomma, non paghi per scaricare il file audio. Paghi invece per sincronizzare QUELLA traccia audio a QUEL documentario. Per questo si chiama "diritto di sincronizzazione". Se sincronizzi quella musica a un altro video, devi pagare per una nuova licenza.
#1303057
Gentilissimo lggemini, a tal propositoho una domanda:
se io queste musiche acquistate dalle library o da appositi cd che rilasciano anche l'apposita licenza per l'utilizzo in prodotti audiovisivi li volessi uploadare su internet, dovrei pagare qualche sorta di tassa di videosincronizzazione uso YT o Vimeo?
Grazie mille
#1308310
Ciao Luigi!
Io avrei bisogno del tuo aiuto. Allora io ho provat9 a leggere la tua guida ma devo dire che ci ho capito poco...mi ha mandato ancora più in confusione di quanto io già sia. Ti spiego la situazione e sperò tu possa darmi consiglio:
Sto provando a realizzare un lungometraggio e (ovviamente) mi sono posta il pronlema della musica. Vedi, io conosco una band di ragazzi della mia scuola (non so se abbiano qualcosa a che fare con la SIAE o simili...mi informerò) e so che fanno brani originali ma anche cover. Nel mio lungometraggio vorrei mettere solo canzoni loro, ma non so bene come organizzarmi e gestire la parte dei diritti d'autore e company.
Spero davvero tu possa aiutarmi perchè sto impazzendo :uffy:
  • 1
  • 17
  • 18
  • 19
  • 20
  • 21

Mi sono imbattuto in questo video alla ricerca di […]

Non c'è davvero niente di meglio sul web […]

Nota: non conosco i requisiti del mio pc. quind[…]

Sicuramente ci sarà un metodo più ve[…]