Perdonami Leroux,ma solitamente,quando li consoco,chiamo gli utenti con il loro nome e do per scontato che tutti ne siano a conoscenza!
Grazie mille a CrazyDuke e a te per le precisazioni onomastiche, che ho richiesto unicamente per non confondermi...
Siamo d'accordo su tutto e provedderò a fornire qualche link su Vimeo.
Ne sono felice, grazie.
in Italia le uniche due scuole valide sono: CSC e Scuola Civica a Milano, anzi da qualche anno si è aggiunta anche la Volontè, restano le uniche che possono inserire sul serio perché sono gestite da gente di cinema. Cos'hanno in comune tutte queste scuole? Fanno selezione, quella vera.
Sono d'accordo con quanto detto da Andrea (Woody! ) sulla selezione,perchè è importante che ci sia e che meritocraticamente,chi dimostra di avere una marcia in più, venga premiato. E nei casi citati il vantaggio è quello di respirare "l'aria del cinema".
Dunque, il discorso si fa un pò complesso.
Punto primo: la selezione.
Sinceramente non penso che chi resti fuori dalle selezioni delle scuole di cinema pubbliche sia necessariamente privo di talento, carte da giocare e attitudine per il cinema.
Lo dico anche perché conosco personalmente ottimi professionisti che non sono stati selezionati dalle scuole citate...
Bisognerebbe capire come si svolgono queste selezioni...
Non dimentichiamoci che siamo pur sempre in Italia...
Punto secondo: divaricazione tra pubblico e privato.
Che sia una piaga, sono d'accordissimo.
In un mondo ideale non dovrebbe esistere...
Punto terzo: le scuole citate sono le uniche con gente di cinema, le uniche dunque che possono inserire nel lavoro...
Qui mi permetto, sempre costruttivamente, di dissentire.
Dove c'è "gente di cinema" a insegnare ci sono maggiori opportunità per gli allievi di entrare nel mondo del lavoro: su questo non ci piove...
Ma non credo che la "gente di cinema" sia soltanto nelle strutture pubbliche citate.
Certo, è vero che ci sono scuole di cinema gestite da persone incompetenti, millantatori, nomi altisonanti di docenti fantasma...
Ma quelle vanno escluse a priori, a meno che non si vogliano buttare via soldi...
Io però, come ho già scritto, ho conosciuto personalmente diversi docenti Griffith alle lezioni-incontro gratuite tenute all'Isola del Cinema un pò di tempo fa...
Erano tutti, proprio tutti, gente di cinema.
Ed erano anche molto bravi ad insegnare...
Erano presenti anche i loro allievi, a cui si vedeva che erano molto legati...
Vorrei solo precisare una cosa: verissimo che non si possa pretendere uno stile personale o una regia di polso da un ragazzo che sta iniziando il suo percorso lavorativo-creativo,però a mio avviso nella formazione e specificatamente in un corso di regia,bisognerebbe dare molto più spazio alla messa in scena e alle dinamiche tra i personaggi. Un dialogo a due con una buona fotografia e due o più punti macchina decenti a mio avviso ,dopo un po' di pratica, chunque è in grado di realizzarlo. il problema invece è dare un senso a questi piani,senza eseguire "il compitino",che per una scuola di cinema va benissimo sia chiaro. Ho sempre sotenuto che un saggio di fine anno debba essere pulito e rispettare un po' tutte le regole formali del cinema,ma bisognerebbe anche dare importanza all'aspetto regisitico. Ci sono milioni di punti macchina da scegliere,ma solo uno è quello giusto a seconda dell'azione rappresentata.
Guarda, sono d'accordo proprio su tutto ciò che scrivi. Soltanto mi piacerebbe che questo stesso principio base non fosse "dedicato" soltanto al regista, ma un pò a tutti i reparti. Qualsiasi scelta - di scrittura, di ripresa, di fotografia, di suono, di regia e direzione degli attori - dovrebbe avere un senso più profondo dell'osservazione passiva di una regola. La quale comunque, prima di tutto, va padroneggiata. Ma in questo vedo chiaramente che sei d'accordo anche tu...
Sarà perch le Lezioni di regia di Ėjzenštejn sono state la mia formazione,ma questo è quello che mi piacerebbe vedere qui da noi ed è quello che vedo nei lavori prodotti all'estero.
Beh, se mi citi le Lezioni di regia di Ėjzenštejn non posso far altro che inchinarmi...
Per l'appunto, le considerazioni di Ėjzenštejn - nei suoi diversi scritti - abbracciano tutto: regia, musica, fotografia, montaggio, persino pittura, matematica, ecc...
Detto questo, anch'io sono un esterofilo incallito, eh...