- dom, 26 gen 2020 - 09:54
#1310940
Principalmente Arri Alexa (di cui esistono diverse versioni con sensori e risoluzioni diverse a seconda delle esigenze) o pellicola super 35mm (raramente super 16mm o 65mm). In analogico i principali costruttori oggi sono Arri, Panavision e Aaton. La più utilizzata oggi nelle produzioni in pellicola sono la Arri 435 per il super35 e la Arri 416 per il super16 con negativi Kodak Vision 3. Subito dopo vengono le Sony top di gamma come la Sony Venice, le Red (per cui vale lo stesso discorso fatto per le Alexa) e le Panavision. Più indietro le Panasonic Varicam. Molto raramente vengono utilizzate le Canon top di gamma come la C700 o la C500 o la Blackmagic Ursa Mini Pro. C'è da dire poi che per alcune scene particolari come scene d'azione che richiedono incidenti, esplosioni, cadute e quant'altro, POV, o scene in cui la macchina necessita di essere posizionata in punti molto angusti o particolarmente scomodi, ci si adatta ad utilizzare un po' di tutto se poi queste inquadrature sono poche e vanno ad integrarsi per pochi secondi in un girato qualitativamente più alto. Ovviamente in questi casi viene rispettato un workflow molto rigido e complesso in spazio colore ACES e lavorando in color per avvicinare il più possibile la qualità delle varie camere. Ad esempio a questo scopo come "crash camera" (camere che potrebbero essere distrutte durante la scena), o come camere non presidiate o nascoste vengono utilizzate spesso le GoPro di ultima generazione, la Blackmagic Pocket 4K o alcune micro camere specificamente costruite ad hoc da alcuni costruttori soprattutto americani che montano sensori micro 4/3 e attacco PL.
Per quanto riguarda le lenti le più utilizzate sono quelle con attacco PL, quindi principalmente varie serie di Arri, Zeiss, Leica e Cooke per quanto riguarda i fissi sferici; Angenieux, Fujinon e Canon per quanto riguarda gli zoom sferici.
Tieni presente poi che spesso una profondità di campo particolarmente ridotta potrebbe essere data non solo dal diaframma ma dall'utilizzo di lenti anamorfiche, le quali riducono ulteriormente la pdc rispetto alle lenti sferiche, e vengono utilizzate su sensori con rapporto 4:3 quindi o su pellicola 35mm o in digitale con Arri Alexa (ad oggi le uniche macchine digitali con sensore 4:3 che quindi consentono di registrare un vero anamorfico senza crop sono l'Alexa Studio, l'Alexa XT e la Panasonic GH5). I principali costruttori di lenti anamorfiche sono Arri, Zeiss, Cooke, Hawk e per gli zoom Angenieux. Più vari costruttori minori come Kowa o Atlas. A mio parere le uniche lenti anamorfiche di qualità eccelsa che offrono la stessa qualità ottica degli sferici più blasonati sono le Arri Zeiss Master Prime anamorfiche, ma per questo motivo sono anche quelle che hanno il costo di noleggio più elevato e se le possono permettere solitamente solo le produzioni di blockbuster o comunque le grandi produzioni.
Per quanto riguarda il diaframma secondo me non c'è una regola, generalmente il cinema gode di maggiore libertà creativa rispetto alla televisione, alla pubblicità e al video commerciale dove ci sono più regole per standardizzare il prodotto e quindi la scelta del diaframma o della profondità di campo dipende più dallo stile che si vuole dare alla narrazione o eventualmente da particolari difficoltà di illuminazione. Ad esempio io trovo che paradossalmente si tenda a ridurre molto di più la profondità di campo nei videoclip, nei fashion film o nel reportage di matrimonio che nel cinema, ci sono film in cui viene usata molta profondità di campo per esigenze narrative. Poi ovviamente dipende dalle inquadrature perchè generalmente la pdc ridotta la trovi sui primi piani o nei dettagli, più che nei totali. Ti posso dire che la maggior parte dei direttori della fotografia con cui ho lavorato io, anche alcuni AIC e ACS, salvo inquadrature particolari tendono a lavorare con un diaframma compreso tra t/2.8 e t/4 che probabilmente viene ritenuto il giusto compromesso tra luminosità, tridimensionalità dell'immagine, massima incisione della lente, e giusta profondità di campo. Infatti dipende anche dalla massima apertura degli obiettivi scelti perchè solitamente a tutta apertura perdono un po' di nitidezza e aumenta la possibilità che insorgano aberrazioni ottiche, quindi si preferisce chiudere almeno 1 o 2 stop rispetto all'apertura massima della lente, che tra quelle cinematografiche più utilizzate varia tra t/1.5 e t/3.1.