Arrivo tardissimo in questo topic purtroppo. Me l'ero perso!!!
Devo dire che devo rileggere un'altra volta tutto per capire bene alcune cose. Credo che le vostre dimostrazioni pratiche possano essere utili anche per fini creativi.
Aggiungo solo una cosa... E' interessante come in latino "perspicio", "prospecto", "perspicio", termini che hanno a che fare con l'etimo di "prospettiva" direttamente o indirettamente, indichino una visione "pre" e "per", ovvero una osservazione che precede le cose e una osservazione attraverso le cose. In greco antico il termine Ï€Ïοοπτική nel dizionario viene tradotto con "della previsione", ovvero una caratteristica che appartiene alla previsione.
La parola "pre-visione" mi piace per esprimere ciò che è la prospettiva. La visione che precede il dato stesso della visione è un dato inesistente a livello concreto. Quindi con pre-visione intendo una costruzione dell'esperienza della visione nella sua perfezione, ovvero un insieme di esperienze visive che costruiscono l'esperienza visiva finale, quella che un umano acquisisce ad un certo punto della sua vita, e che può perdere solo perdendo la vista o mediante disturbi cerebrali.
Un neonato per gli studiosi sembra non abbia la percezione della prospettiva, che acquisisce con l'esperienza attraverso lo sviluppo della vista e del tatto, ma soprattutto attraverso la cognizione (operazione di livello cerebrale) della differenza tra gli oggetti, che acquisisce con l'esperienza.
Se noi vivessimo da quando siamo nati in un solo punto e vedessimo costantemente ciò che ci è attorno in modo fisso e immutabile, non capiremmo mai che la casa alta 3 metri che sta a 2 kilometri da noi è in realtà più grande del dito che abbiamo a 3 centimetri dal naso (riprendendo arancia).
E' l'esperienza e la memoria, attraverso il raffronto degli oggetti, che creano la prospettiva.
La prospettiva insomma è un dato altamente soggettivo, o "umanamente oggettivo".
Riguardo alle variazioni di velocità con cui "si muovono" gli oggetti sui diversi piani, bisogna tener presente il funzionamento dell'occhio umano, unitamente a ciò che la camera produce di per sè. Credo che la nostra vista ci metta parecchio del suo nei casi citati
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Lo strano fenomeno per cui i soggetti sullo sfondo "si muovono" a diversa velocità rispetto a quelli in primo piano è dovuto ad un mix tra un effetto prospettico prodotto dalla videocamera e una risposta dell'occhio alla visione di questi spostamenti che appaiono nel display (o su Vimeo).
Una immagine (video o dipinta) offre una diversa percezione della realtà rispetto alla percezione della stessa "senza filtri" meccanici, elettronici ecc. In questo caso l'appiattimento bidimensionale dato dalla videocamera unito al fatto che l'immagine non rende le proporzioni, le distanze e le grandezze degli oggetti come in quel momento l'occhio le vedrebbe, e unito al fatto che i diversi "scatti" che l'occhio umano produce sulla immagine sono di una sostanza diversa rispetto a quelli che produrrebbe sulla realtà stessa mentre la testa si torce da una parte all'altra, inducono a scindere i due punti di vista (quello sulla realtà e quello sulla realtà ritratta nell'immagine) in ogni aspetto visivo, e di conseguenza le loro rispettive analisi.
Ciò che è stato dimostrato nei video con i panning va preso come un dato di fatto proprio delle macchine, la cui sostanza viene alimentata ulteriormente dalla nostra visione. In quel momento la nostra visione si adatta all'immagine, regalando al cervello e alla nostra consapevolezza qualcosa di diverso da quanto la nostra vista ci offrirebbe su quel pezzo di realtà inquadrata unitamente ad un panning effettuato fisicamente con la nostra testa.
La focale umana è sempre la medesima. Per gli umani la prospettiva delle cose cambia in relazione al loro spostamento. Poichè nessuna videocamera/fotocamera rende la focale umana, è palese che da diverse focali usciranno diverse prospettive. E tra focali diverse vi saranno diverse prospettive, ovvero percezioni di diversi rapporti spaziali e di volume di/tra oggetti che nella loro sostanza sono uguali. Lo stesso accade quando carrelliamo. Lo stesso accade, per la nostra vista, quando ci spostiamo rispetto agli oggetti.
Come ho scritto ad Arancia in Vimeo, non mi ero mai accorto di quell'effetto di restringimento degli oggetti, come se si muovessero, che vi è quando si fa una zoomata. Questa condizione potrebbe essere più accentuata su zoom motorizzati che lavorano con focali molto lunghe. Voglio sperimentare la cosa con una camera che abbia un bel cannone. Potrebbero uscirne degli effetti particolari. Credo però si debba lavorare con oggetti piccoli, come nel video.