Quando si esegue il mastering di un brano audio è fondamentale verificare che i valori massimi di volume, quello che viene definito Loudness, rientrino entro determinati valori specifici per la piattaforma o il supporto di destinazione.
C’è stato un periodo (la cosiddetta Loudness War) in cui si cercava di spingere i master affinché suonassero sempre più alti degli altri, anche a discapito della qualità , questo porta a variazioni di volumi significativi che tutti abbiamo sperimentato ad esempio guardando la tv quando un film veniva interrotto dagli inserti pubblicitari.
Gli eccessi della Loudness War hanno spinto alla definizione di standard e limiti affinché il volume, anche di sorgenti differenti, non fosse mai eccessivamente diverso e, comunque, sempre entro un determinato limite; a tal proposito è stato introdotta la scala LUFS (Loudness Units Relative To Full Scale) che determina il valore di volume percepito in base al valore RMS effettivo.
ACID Pro Next introduce uno specifico misuratore di Loudness, che gli utenti di VEGAS Pro già conoscono da qualche release; il nuovo strumento è richiamabile dal menu VIEW | LOUDNESS METER.
Questo nuovo strumento esegue la misurazione in LUFS, ma avendo prima opportunamente filtrato e modellato per simulare la percezione dell’orecchio umano, oltre a poter eseguire la misurazione sull’intera timeline per determinare il volume medio.
La finestra del Loudness Meter mette a disposizione quattro indicatori (espressi sia in valore numerico che in indicatori grafici) che in tempo reale ci indicano i valori fondamentali per valutare il livello di LUFS del nostro brano:
Oltre questi indicatori, troviamo anche l’indicatore True Peak che misura il valore di picco dell’audio, in particolare degli inter-sample, cioè di quelle porzioni della forma d’onda che viene generata durante la riproduzione a partire dai sample digitali e che, talvolta, può superare il valore in dB dei sample stessi a causa dell’interpolazione, anche questo valore è normato dagli standard internazionali e imposto a -1dBFS, perché il valore di picco degli inter-sample può facilmente variare anche a causa delle conversioni digitali, col rischio di superare i valori di soglia di 0dB causando distorsioni e fenomeni di clipping.
Il Loudness Meter può essere configurato per rispettare lo standard EBU R 128 in vigore in Europa e che impone il valore massimo per il broadcasting a -23LUFS, oppure lo standard ATSC A 85 in vigore nel nord America e che impone un valore di -24LUFS; potremo poi impostare la scala su EBU +9 (gli indicatori oscilleranno tra -18 e +9 LU) o EBU +18 (variazione tra -36 e +18 LU).
Non ultima la possibilità di generare un file di testo contenente il report di tutto il progetto così che possa accompagnare il file audio come certificazione del rispetto dei valori di riferimento; per poter generare il log dovremo accedere al menu TOOLS > GENERATE LOUDNESS LOG, ci verrà chiesto dove salvare il file di testo, quindi il software inizierà l’elaborazione e la scrittura del file che riporterà la data di generazione del logo, il nome del file di progetto e del log stesso, il tipo di formato audio, quindi i valori M, S, I e LRA per ogni istante del progetto, nella parte finale i valori massimi di Momentary e Short-Term Loudness oltre al valore di Integrated Loudness.
Ovviamente il Loudness Meter è esclusivamente uno strumento di misura, spetterà a noi decidere come rispettare i valori di riferimenti, se applicando una riduzione del volume generale al master, agire sulle singole tracce o sul mastering del brano.
Da ricordare che 1 LUFS o 1 LU corrispondono a circa 1dB, quindi se il nostro brano riporta, ad esempio, una Integrated Loudness di -16LUFS, per riportarlo entro i -23LUFS possiamo iniziare applicando una riduzione del volume di circa 7/7,5db, verificando così l’andamento del brano per poi decidere come intervenire in modo più efficace (ad es. applicando un limiter).
ACID Pro Next rappresenta nel nome e nei fatti il “Next Step” di ACID Pro, ereditando tutti i pregi e le potenzialità della versione standard, a cui sono stati aggiunti gli strumenti necessari per trasformare questa DAW in un valido strumento non solo per comporre musica, ma anche poter agevolmente realizzare remix in modo professionale.
Celemony Melodyne e STEM MAKER rappresentano degli ottimi add-on, che elevano le potenzialitĂ del software, accompagnandosi a dovute integrazioni come il Loudness Meter che oramai dovrebbe essere uno standard per qualsiasi software che abbia capacitĂ di elaborazione audio e si presenti sul mercato come strumento professionale.
Il bundle giĂ ricco nella versione standard, qui si amplia con nuovi contenuti, in particolare risultano utili gli effetti del pacchetto coreFX Mastering per poter completare e finalizzare i propri brani in ACID Pro Next.
Necessari anche i miglioramenti nella compatibilità con plug-in di terze parti con VST2/3 e ARA2 (quest’ultima la avremmo apprezzata anche nella versione base).
Il software di casa MAGIX si propone come “Next Step” anche a livello di prezzo con i suoi €399,00 per nuovo acquisto e €299,00 per l’aggiornamento.
Se l’investimento come nuovo acquisto può essere certamente giustificato dal ricco bundle e dalle nuove potenti funzionalità , forse il prezzo per l’aggiornamento avrebbe potuto posizionarsi su una fascia di prezzo più bassa, rendendo il software, già ottimo, ancora più appetibile per una fascia più larga di utenti.
In ogni caso ACID Pro Next è sicuramente un software che ci sentiamo di consigliare, forse anche più della versione base, grazie anche alla presenza di Celemony Melodyne che fornisce una possibilità di intervento di cui difficilmente si potrà fare a meno dopo averla provata.
MAGIX, alla data di pubblicazione di questo articolo, sta promuovendo ACID Pro 8 (recentemente aggiornato), ACID Pro 9 e ACID Pro Next con delle offerte speciali su AMAZON.it:
Oltre a quanto già specificato per ACID Pro 9 (link all’articolo), di seguito i PRO e i CONTRO specifici per questa versione.
PRO
CONTRO