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VideoMakers.net incontra Michael Gaddini

posted by VMStaff

VideoMakers.net incontra Michael Gaddini per conoscerlo meglio e saperne di più sul suo lavoro.

Videomakers.net: Chi è Michael Gaddini? Parlaci un po’ di te.

Michael Gaddini: E’ sempre difficile fare una presentazione di se stessi. Ci sarebbero così tante cose da dire che una manciata di righe non posso fare.. comunque, principalmente sono un fotografo e videomaker, anche se, non mi piacciono le etichette o peggio ancora etichettarmi.

Il mio lavoro è dar vita ad un’idea, qualunque essa sia! È questo il fulcro del mio lavoro.
Un lavoro che nasce da una grande passione, quella per il cinema, che negli anni si è evoluta portandomi ad esplorare la videoarte e dedicandomi alla fotografia digitale. Posso ritenermi un autore, ma non vorrei spararla grossa! Faccio quello che mi piace e che mi riesce meglio.

Per lavoro spesso bisogna scendere a dei compromessi nel  senso che non tutti i lavori possono essere “artistici”.
Ad esempio, se mi viene commissionata una sessione fotografica di oggetti, lampade o qualche altro complemento d’arredo, devo esser più un “tecnico” che un artista. Comunque, per mia fortuna riesco sempre a tener accesa quella lampadina nella mia testa che io chiamo creatività.

Michael Gaddini

VM.net: Hai fatto studi specifici o sei autodidatta?

M.G.: Per gioco, e soprattutto per curiosità, nell’estate del 2004 ho realizzato il mio primo cortometraggio horror. Insieme ad un gruppetto di amici ci siamo ritrovati a realizzare questo piccolo esperimento filmico. Da quel momento in poi ci siamo sbizzarriti girando anche 4/5 cortometraggi all’anno sino al 2008/09. Poi, nel 2010 mi venne commissionato per la prima volta un videoclip per presentare uno spettacolo teatrale dal titolo “Alt – La primavera di un ’78” di Miriam Iacopi. Lo spettacolo, assieme al video, fece circa una dozzina di rappresentazioni su tutto il territorio lucchese.

In seguito questo videoclip prese vita propria e fu intitolato “Il cammino” iniziando a partecipare a contest, rassegne, film festival, riuscendo a vincere anche qualche premio. Da quel momento ho iniziato a vedere il mio ruolo di videomaker con occhi diversi. Quindi, da amatore mi sono pian piano tramutato in un professionista del settore, questo grazie anche ai workshop che ho seguito sul ruolo del filmmaker; infine nel 2015 ho ottenuto un diploma professionale come fotografo presso l’IF – Istituto di Fotografia a Milano, trasformando così un hobby in un vero e proprio lavoro. Ammetto che sotto sotto mi sono sempre ritenuto un autodidatta. Forse perché mi piace sperimentare, non solo apprendere cose già fatte o dette da altri. Sento il bisogno costante di fare ricerche e di collaudare nuovi linguaggi: a volte ci riesco, altre volte no.

VM.net: Quali sono i soggetti preferiti dei tuoi lavori?

M.G.: La storia è importante ma ritengo che l’ambiente sia fondamentale quanto il protagonista della storia che vogliamo raccontare. Infatti, di norma, prima scelgo le location poi scelgo gli attori o attrici. Per me il paesaggio è uno dei principali protagonisti. Anche i suoni e la musica hanno un ruolo importantissimo: nell’estate del 2014, ad esempio, realizzai un cortometraggio sperimentale intitolato “Punctum” che trattava proprio questi temi. In questo video sono racchiusi molti suoni onirici, suoni che possono evocare un colore, infatti la maggior parte degli stimoli provocati dall’immagini aveva lo scopo di risvegliare un canale o percezione della nostra mente. È stato decisamente il mio progetto più sperimentale e allo stesso tempo più “spirituale”.

Michael Gaddini

Michael Gaddini

VM.net: Che attrezzatura utilizzi e quali software?

M.G.: C’è stato un periodo in cui pensavo che l’attrezzatura fosse fondamentale per la riuscita di un qualsiasi video. Quanto mi sbagliavo! Solo con l’esperienza ti rendi conto che quello che ti serve in realtà è davvero poco. L’essenziale è avere un’idea, saperla elaborare e infine raccontare. Comunque, rispondendo alla domanda, di solito utilizzo le reflex per i miei lavori: mi permettono sia di fare i video sia di fare le fotografie.

VM.net: Sei un one-man band o ti fai aiutare da collaboratori?

M.G.: Ovviamente quando si parla di realizzare un cortometraggio, un videoclip, non puoi fare tutto da solo. Nonostante abbia sempre curato la sceneggiatura, regia, fotografia e montaggio dei miei video, spesso mi sarebbe piaciuto commissionare e dedicarmi unicamente alla regia o alla direzione della fotografia. Per un video hai bisogno degli attori, del fonico, del compositore, e di tanti piccoli – ma essenziali – aiuti. Mentre per la fotografia è diverso. È un lavoro più solitario e non ti occorre l’aiuto di nessuno. Comunque sono dell’idea che nella vita c’è solo una cosa devi fare in due, il resto puoi benissimo farlo da solo!

VM.net: Quali sono le tue produzioni recenti?

M.G.: Attualmente mi sto dedicando alla realizzazione di un documentario sulle Alpi Apuane. Credo che uscirà a cavallo tra il 2017/18. Già l’anno precedente avevo realizzato qualcosa di simile dal titolo “Spirit of Mountain” sempre sulle Apuane, ma questa volta voglio alzare il tiro. Poi c’è un film sulle arti marziali che ho scritto assieme a Daniele Giuliano (maestro di gong-fu e Character Impersonator presso EmPisa STAR WARS Fan Club) dal titolo “Lupo Solitario”. Per il momento preferisco non approfondire la trama anche perché è sempre in fase di produzione. Probabile uscirà nel 2018.

Michael Gaddini

Michael Gaddini

VM.net: Quali i lavori che ti appassionano di più?

M.G.: Negli ultimi anni sono passato dalla videoarte al documentario, due generi opposti, ma che mi piacciono entrambi. Dipende tutto dall’idea di base, se mi convince quella è già il 50%. Dentro di me nutro il desiderio di tornare a girare un horror, il genere che mi ha appassionato e avvicinato alla settima arte, tutto è partito da lì. Vediamo! Se ci saranno i presupposti il mio prossimo progetto sarà un horror.

VM.net: Finora qual è il progetto che ti ha entusiasmato di più, che ti ha dato maggiori soddisfazioni personali e professionali?

M.G.: Beh, ci sono stati molti momenti emozionanti, adesso mi viene in mente quando nell’ottobre del 2005 partecipai al mio primo film festival l’emozione fu tanta. Fui selezionato al “Joe d’Amato Horror Festival” manifestazione cinematografica dell’orrore nella città di Livorno, che adesso è rimpiazzata dal “FI-PI-LI Horror Festival”, sempre a Livorno. Ricordo tutto come se fosse ieri. Oppure quando nel 2008 vinsi il mio primo premio! Era la prima volta che un festival riconosceva il merito della mia opera. Andai di persona sino ad Udine per ritirarlo. Ero un diciannovenne in mezzo a gente ‘over 40’ eppure mi aggiudicai il primo premio. Allora il festival si chiamava “Udine Sipario d’Argento”, ad oggi credo abbia cambiato nome.

Di recente c’è stato il video “Accarezza il tempo” incentrato sulla vita di Mario Caciotti, rinominato il Van Gogh di Calenzano, anche in quel caso fu emozionante realizzare il video, dove all’interno racchiudeva passato/presente e futuro dell’artista. Tutto in una manciata di minuti. Il video piacque così tanto ai familiari che decisero di regalarmi uno dei quadri di Mario. In pratica mi donarono un pezzo della sua vita! Fu una forte emozione. Diciamo che è la mia professione ad essere entusiasmante, perché riesce a regalarmi momenti che ricorderò finché avrò vita.

Michael Gaddini

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VM.net: Conoscevi già VideoMakers.net?

M.G.: Ovviamente sapevo già della sua esistenza anche se non ho mai approfondito… adesso, dopo questa intervista spero di entrare più in contatto col suo staff.

VM.net: Cosa ne pensi delle community su Internet?

M.G.: Non lo so… sinceramente non me lo sono mai domandato. Penso che le “community” dovrebbero essere un momento di partecipazione, un momento di scambio per poter relazionarsi di persona. Non voglio fare della retorica ma ritengo che oggi internet, coi social soprattutto, stai diventando un luogo dove regna l’odio. Sto parlando di un astio verso l’individuo che ritengo ingiustificato anche perché spesso si creano faide così, dal nulla. Questo è quello che vedo e sento dire, non avendo mai fatto parte di una community su internet. Ho sempre preferito relazionarmi di persona con uno o più individui.

VM.net: Cosa puoi consigliare ad un giovane che si avvicina o si appassiona alla fotografia?

M.G.: Più che un consiglio è una regola imprescindibile: imparare ad utilizzare il mezzo fotografico!
È inutile comprare il corpo macchina più costoso, o uno dei più costosi, obiettivi e altri gadget se prima non impari come si scatta una fotografia. Senza parlare degli automatismi. Ci sono certi fotografi improvvisati che utilizzano solo gli automatismi, non conoscendo le reali potenzialità del loro mezzo, e si atteggiano a guru del settore. Ancor prima è importante capire perché lo stiamo facendo: per passione, è un hobby, oppure voglio farlo diventare un lavoro? Rispondere con sincerità a questa domanda sarebbe già un buon punto di partenza. Poi, c’è da studiare! È inutile, si tratta di un passaggio che non puoi saltare. Ad esempio, per prendere la patente di guida devi prima fare la teoria e poi passare alla pratica. La stessa identica cosa vale per il settore fotografico. Lo dico per esperienza. Qualsiasi professionista del settore ve lo dirà. A volte solo la passione non basta.

Michael Gaddini

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